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Cronaca Santa Lucia e Golosine / Via Giuseppe Manassero

Cacciato dall'Italia perché ritenuto un membro dell'Isis, torna e finisce in carcere

Jouni Ghazi, 29enne tunisino, venne allontanato dal paese in aprile dopo aver pubblicato sul proprio profilo Twitter il giuramento di fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi e le immagini di alcune decapitazioni

Fu il Ministro Alfano a dare la notizia del suo allontanamento dall'Italia il 9 aprile, per aver inneggiato all'Isis su Twitter, ma Jouni Ghazi, 29enne tunisino che abitava in un appartamento al terzo della palazzina situata al numero 54 di via Gramego, è rientrato in Italia e la Digos lo ha fermato mentre percorreva tranquillamente in bicicletta via Manassero. 
Jouni viveva nel quartiere delle Golosine insieme al fratello e venne cacciato dal paese quando sul suo profilo del noto social network, pubblicò in primavera il giuramento di fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi, condividendo anche immagini riguardanti la decapitazione dei copti avvenuta per mano dei seguaci dell'Isis. La sua passione per la causa jihadista però non è rimasta inosservata e la frequentazione di ambienti dove il credo islamico viene interpretato in maniera radicale, ha fatto scattare un campanello d'allarme tra le forze dell'ordine e le istituzioni. Una volta individuato, emerse inoltre che il permesso di soggiorno non gli era stato rinnovato a causa degli accertamenti che la polizia stava svolgendo su di lui.
Disoccupato, viveva insieme al fratello ed entrambi erano soliti spostarsi in bici, ma quando le forze dell'ordine entrarono nella loro abitazione, trovarono diversi computer, tablet e cellulari. Entrambi quindi vennero espulsi dal paese ma Jouni è rientrato: "Sono tornato in Italia perché volevo trovare un avvocato che mi difendesse dall’accusa infondata di appartenere all’Isis. Sono entrato in Italia tramite un visto per la Francia con il mio passaporto".
Stando a quanto riporta il Corriere, la Questura sarebbe stata avvisata da una fonte attendibile del suo rientro e sono partiti quindi gli appostamenti presso i luoghi da lui un tempo frequenti, così alle 17.30 di lunedì, il 29enne è stato nuovamente tratto in arresto. 

"Le esigenze cautelari sono indiscutibilmente sussistenti, non solo perché la condotta mostra una particolare determinazione criminale in ragione dell’immediata violazione del provvedimento di espulsione eseguito ad aprile scorso, ma anche perché emerge che l’imputato era già stato rimpatriato coattivamente nel 2012 e aveva già violato quel provvedimento facendo reingresso illegale nel territorio italiano", ha affermato il magistrato all'udienza di convalida dell'arresto, come riporta il Corriere. "Misure alternative al carcere risulterebbero del tutto inefficaci vista la particolare determinazione mostrata nel continuare a delinquere". 

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