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Cronaca Roncà

In ospedale da un anno e mezzo dopo un terribile incidente: «Voglio riportare Luca a casa»

Nel novembre 2022, dopo una fuori uscita autonoma, i medici gli «hanno diagnosticato uno stato di coscienza minima protratto in associazione ad una gravissima disabilità motoria». La madre ha lanciato una raccolta fondi per poter accudire il figlio tra le mura domestiche e fornirgli le cure necessarie

Nel novembre 2022, nelle prime ore di una domenica mattina, il drammatico incidente. Poi il coma, il lento risveglio e anche le prime parole pronunciate con grande sforzo, tutto dalla stanza ospedale cui ora è costretto, con davanti una vita da trascorrere in una Suap, Speciale unità di accoglienza permanente, come quella in cui si trova ora a Negrar.

Il desiderio della madre di Luca Negretto, Anna Knap, è quello di riportare il figlio a casa e di prendersene cura lei stessa, così come vorrebbe lo stesso ragazzo, oggi 31enne, ma per farlo occorre tutta la strumentazione del caso e un'abitazione idonea. Per questo motivo la donna ha fatto partire da Roncà la raccolta fondi su GoFundMe (qui il link): servono circa 400 mila euro per consentire a Luca di proseguire il suo percorso nel conforto delle mura domestiche. 

«Luca, detto Bibi dagli amici, ha 31 anni, è pieno di vita ed entusiasmo, generoso, sensibile ed è un grande amante degli animali. Aveva molti sogni e aspirazioni - scrive la madre - ma allo stesso tempo si divertiva a scherzare: poi puntualmente scoppiava con la sua risata irresistibile e contagiosa, che mi manca moltissimo.
Tutto questo si è interrotto improvvisamente alle 07.30 di domenica 6 novembre 2022. Luca - racconta Anna - è uscito per fare colazione. Durante il tragitto ha perso il controllo del veicolo, uscendo di strada l’auto si è scontrata contro un muro di cemento armato. È miracolosamente in vita grazie all’intervento tempestivo dell’elisoccorso e dei vigili del fuoco».

Un incidente che ha avuto gravissime ripercussioni sul giovane: «Il quadro neurologico - prosegue - è apparso subito molto grave (coma profondo), nonostante l'intervento chirurgico effettuato tempestivamente. Durante le prime settimane di ricovero ha subito ulteriori interventi chirurgici per ricomporre le fratture al viso e alla gamba. All'ospedale Sacro Cuore di Negrar, i medici hanno diagnosticato uno stato di coscienza minima protratto in associazione ad una gravissima disabilità motoria».

Da lì è partita la lunga e lenta riabilitazione, che ha visto lo sfortunato ragazzo compiere anche tappe che il personale sanitario non si aspettava: «Luca - continua - è in grado di riconoscere le voci dei parenti e degli amici e riesce a compiere dei piccoli movimenti. È in grado di sorridere ed emozionarsi quando gli sono vicino. Inaspettatamente è anche riuscito ad esprimersi verbalmente (i medici non si aspettavano fosse possibile), la sua prima parola dopo circa sei mesi dall’incidente è stata "Mamma".
Il percorso riabilitativo di Luca - si legge - è quasi giunto al termine. Al momento è ricoverato in una struttura ospedaliera dove dovrebbe restare per il resto della sua vita. Sto cercando di fare il possibile per realizzare il suo desiderio di tornare a casa».

La signora Anna spiega che vista la gravità della sua disabilità, Luca non è in grado di muoversi; è nutrito artificialmente dallo stomaco con un sondino e ha bisogno di assistenza medica continuativa.
«Sento il forte desiderio - scrive la madre - di accudirlo personalmente, ma la mia casa non è adatta per motivi di spazio ed è situata al primo piano senza ascensore. I fondi sono necessari per trovare un’abitazione adeguata ad accoglierlo e per coprire le spese relative all’assistenza domiciliare degli operatori che dovranno intervenire quotidianamente per darmi una mano e continuare le terapie di riabilitazione privatamente.
Ogni minimo aiuto - conclude - è ben accetto e non sarà mai dimenticato». 

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