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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Confronto tra regioni e governo, passa la linea dura: per Natale si pensa alla zona rossa

Possibile un nuovo Dpcm ad hoc per le festività: ecco le misure previste per la zona rossa

Riunione tra governatori di Regione ed esecutivo nazionale di estrema importanza, quella tenutasi verso mezzogiorno quest'oggi, mercoledì 16 dicembre. Il tema è naturalmente quello delle nuove restrizioni in vista delle festività natalizie oramai alle porte. Poche le certezze, l'unica è che le attuali norme previste per le due settimane centrali di Natale sono destinate a cambiare. Secondo una ricostruzione fornita dall'Agi e poi ripresa da molti quotidiani circa quanto sarebbe emerso durante la riunione tra Governo e presidenti di Regione, a passare sarebbe stata la linea del rigore.

I più rigidi in materia sono i ministri Speranza, Boccia e Franceschini, tutti convinti che servano nuove restrizioni. Ma questa mattina a chiedere in modo esplicito nuove restrizioni è stato anche il presidente del Veneto Luca Zaia, il quale nel consueto punto stampa ha chiaramente detto che «servono nuove misure», aggiungendo inoltre che «o ci pensa il governo o ci pensiamo noi». Sull'indiscrezione in merito al fatto che lui stesso abbia chiesto al Governo di istituire la zona rossa per Natale, il presidente Zaia si è limitato a dire che durante l'incontro «non siamo entrati nei dettagli». 

La roulette di Natale: chi punta sul "rosso"

Di che colore sarà l'Italia sotto le festività di Natale? In queste ore tutti puntano sul rosso, ma la roulette delle zone di rischio appare ormai letteralmente "impazzita", per cui non è da escludere che vi possano essere sostanziali modifiche anche alle norme connesse a ciascuna area. Da derubricare, in ogni caso, l'ipotesi che le Regioni possano restare "zona gialla", il che banalmente significa che quello che il premier Conte aveva sbandierato quale «successo del Governo» ottenuto attraverso le precedenti misure restrittive prese, cioè arrivare sotto il Natale con «tutta Italia in zona gialla», si stia oggi rivelando se non un fallimento, di certo un grattacapo che impone di cambiare ancora una volta le regole.

 Il ministro Speranza aveva già rivelato di aver sin da prima del 3 dicembre chiesto che l'Italia a Natale fosse definita zona rossa, ed oggi la prospettiva appare quanto mai concreta. Già questa sera potrebbero essere prese delle decisioni in merito. Il ministro Dario Franceschini scrive via Twitter: «È tempo di scelte rigorose di Governo e Parlamento: solo regole più restrittive durante le festività potranno evitare una terza ondata di contagi. Per noi che abbiamo responsabilità istituzionali è un dovere intervenire oggi senza esitazioni per salvare vite umane domani».

Restrizioni dal 24 dicembre 2020 al 7 gennaio 2021

Quali sono le ipotesi in campo? Si partirebbe anzitutto dal 24 dicembre per arrivare fino al 7 gennaio, ma va ricordato che dal 21 dicembre già scatta il divieto di spostamento tra Regioni a prescindere dal colore stabilito dall'ultimo Dpcm. E proprio a proposito di decreti, non si esclude nemmeno che ne arrivi uno nuovo a firma del presidente del Consiglio, forse già stasera o domani, poiché le nuove norme in qualche modo dovranno essere anzitutto scritte ed inserirsi nel quadro regolatorio sin qui adottato. Ma il tema è assai delicato, poiché se di "zona rossa" si parla, va anche detto che questa mattina al Senato è passata la mozione presentata dal Pd che invita il governo a «rivalutare le misure anti-Covid con un particolare riferimento agli spostamenti del 25-26 dicembre e 1° gennaio».

In merito, la richiesta sarebbe quella di una deroga al divieto di spostamento in quei tre giorni specifici per i piccoli Comuni fino a 10 mila abitanti. Lo ha confermato il capogruppo al Senato del Pd Andrea Marcucci: «Il Senato ha appena approvato una mozione in cui impegna il Governo ad avere equità di trattamento tra chi vive in grandi città e chi in piccole soprattutto nelle giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio, e nel caso di nuove restrizioni, di prevedere ristori adeguati e proporzionati a tutte le attività economiche che verranno nuovamente interessate ai provvedimenti». Il problema è però che se l'intera Italia dal 24 dicembre diventerà zona rossa (o anche solo arancione), gli spostamenti tra Comuni sarebbero comunque vietati. Ad oggi, infatti, la normativa prevede per l'area di rischio di colore rosso che sia vietato uscire di casa, salvo che per motivi di lavoro, necessità, salute (o per fare attività motoria, ma solo «in prossimità di casa»). 

Adeguatezza e proporzionalità delle misure o arbitrio?

«Il modello di interventi territoriali ha funzionato bene e ha fatto scendere l’Rt dall'1.7 all’attuale 0,8 ed è ancora in discesa, anche se le reti sanitarie necessitano di essere sempre più difese e alleggerite». Così si è espresso poco fa il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. Una sottolineatura che lascia intendere dunque che proprio tale modello di suddivisione dell'Italia in base al rischio verrà riconfermato anche per il futuro. E, tuttavia, non vi è una enorme ed ennesima contraddizione nel paventare oggi un provvedimento che abbia valore per tutte le Regioni sotto le feste (l'Italia intera zona rossa), non tenendo quindi più conto delle differenti situazioni epidemiologiche nelle singole realtà? Istituire per le due settimane centrali natalizie la zona rossa in tutta Italia, non è forse in contrasto con i principi di "adeguatezza e proporzionalità" delle misure, al limite di apparire in alcune Regioni persino un arbitrio?

Insomma, quelle aree che si sono fatte il calvario dalla zona rossa (o arancione) a quella gialla per oltre un mese, se presentano oggi situazioni da zona gialla, per qual motivo dovrebbero d'incanto accettare restrizioni da zona rossa durante tutte le festività dalla vigilia di Natale fino alla Befana? Non a caso tra i primi presidenti di Regione a dirsi contrario all'idea della zona rossa estesa a tutto il Paese è stato quello della Liguria Giovanni Toti: «Francamente non riesco a capire perché questo Paese non riesca a tenere le stesse regole per almeno una settimana. - spiega il governatore ligure Toti - Il 3 dicembre abbiamo deciso di dividere l’Italia in zone di rischio diverse, a seconda della pericolosità del Covid: gialla, arancione e rossa. Ora, all’improvviso, prima delle feste...cambio! Abbiamo scherzato, tutta zona rossa. Giusto chiudere dove la situazione è seria, - specifica poi il governatore Toti - ma giusto anche consentire un po’ di vita alle famiglie, ai commercianti, ai ristoranti, ai bar laddove il virus lo consente. Perché la Liguria, ad esempio, che oggi ha un Rt sotto lo 0,7, dovrebbe applicare restrizioni che non abbiamo preso neppure quando la situazione era ben più grave?». 

La zona rossa e le sue misure. Caro governo, ci aggiorni le FAQ?

Una delle annotazioni, a nostro avviso tutt'altro che marginali, prima di ricordare nel dettaglio le principali misure previste dal Dpcm del 3 dicembre per la zona rossa, è che ad oggi, cioè ben tredici giorni dopo l'entrata in vigore dell'ultimo decreto, le FAQ ufficiali del Governo sono state solo parzialmente aggiornate. Sono infatti giunte importanti precisazioni circa il periodo 21 dicembre-6 gennaio, ma che rischiano di dover essere ulteriormente aggiornate, mentre quelle relative alle tre differenti aree di rischio sono invece rimaste ferme al Dpcm del 3 novembre. Chiedere che i cittadini rispettino delle regole che nemmeno vengono indicate con la dovuta precisione ed il doveroso tempismo è, oggettivamente, una pretesa che rischia alla lunga di rivelarsi indebita.

Ciò detto, ecco quel che prevede la zona rossa sulla base del Dpcm del 3 dicembre:

  • È vietato ogni spostamento anche all'interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, studio, necessità e salute. Il che significa che per uscire di casa bisogna avere una di queste tre motivazioni eccettuative, oppure si può uscire per fare attività motoria, ma solo «in prossimità di casa». Sono di conseguenza vietati innoltre anche gli spostamenti da una Regione all'altra e da un Comune all'altro, sempre fatte salve le suddette tre motivazioni derogatorie al divieto. 
  • I negozi sono chiusi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità, fra cui edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri, ferramenta, fiorai, negozi per bambini e tutti quelli indicati nell'allegato 23 del Dpcm.
  • Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose.
  • È disposta la chiusura dei centri commerciali salvo per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità al loro interno, purché sia consentito l'accesso solo a tali attività e ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi.
  • Sono chiusi i centri estetici;
  • È prevista la didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le scuole dell'infanzia, le scuole elementari e la prima media. 
  • Nelle università le attività formative e curricolari si svolgono a distanza, salvo specifiche eccezioni.
  • Consentito svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all'aperto in forma individuale;
  • Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) 7 giorni su 7, mentre resta consentito l'asporto fino alle ore 22, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze; per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni.
  • Restano chiusi piscine, palestre e centri benessere.
  • Gli impianti sciistici sono chiusi per gli sciatori amatoriali. Dal 7 gennaio 2021, gli impianti saranno aperti agli sciatori amatoriali, solo subordinatamente all'adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e validate dal Comitato tecnicoscientifico,rivolte a evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti.
  • Sono chiusi musei e mostre, teatri, cinema e sale da concerto.
  • Sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo (anche nei bar e nelle tabaccherie).
  • Sono chiuse sale da ballo e discoteche. 

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