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Zaia: «Restrizioni necessarie, o le prende il Governo o le prendiamo noi»

Il presidente del Veneto ha commentato il confronto tra Regioni e Stato centrale per introdurre nuove limitazioni durante il periodo natalizio

Anche oggi, 16 dicembre, il presidente regionale Luca Zaia ha tenuto il suo appuntamento d'informazione con i cittadini sull'emergenza coronavirus in Veneto. Insieme a lui l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin ed il responsabile del coordinamento delle terapie intensive del Veneto Paolo Rosi. Zaia ha voluto puntualizzare la situazione dei ricoveri in ospedale, con l'aiuto di Rosi, ma ha voluto anche esprimere un commento sull'incontro avuto con il Governo questa mattina.

Sugli ospedali regionali. «In questo momento, il totale dei posti letto in Veneto è 13.820 - ha dichiarato Zaia - Quelli occupati sono 9.787, di cui 2.727 da pazienti positivi al coronavirus. Quindi abbiamo ancora liberi 4.033 posti letto. E nell'ultima settimana abbiamo ricoverato 276 pazienti non Covid e 164 Covid».
E oltre all'approfondimento sui ricoveri, il presidente regionale ha fornito una tabella sulla mortalità legata al coronavirus e sull'incidenza delle infezioni. Un'incidenza calcolata in base alla percentuale dei positivi trovati sul totale dei tamponi e che però differisce se si prendono in considerazione tutti i test svolti o soltanto quelli molecolari. È per questo che ieri a livello nazionale e a livello regionale sono state riferite due percentuali diverse, perché il dato nazionale tiene conto solo dei molecolari, mentre quello regionale inserisce anche i test rapidi.

Sulla riunione con il Governo. «È stata una riunione importante in cui tutti noi governatori abbiamo espresso le nostre convinzioni - è stato il commento di Zaia - La posizione del Veneto è che attualmente c'è la necessità di adottare delle misure già per il prossimo fine settimana e se non saranno prese a livello nazionale le adotteremo a livello regionale. E ogni restrizione deve essere compensata dai ristori, su cui il Governo ha dato delle rassicurazioni. Le misure sono necessarie perché a gennaio ci saranno la riapertura delle scuole, le prime vaccinazioni anti-Covid, l'influenza stagionale ed il coronavirus e non ne veniamo fuori se la situazione è disastrata. Anche perché il personale che si dovrà occupare delle vaccinazione è sempre personale sanitario, che dovrà anche essere utilizzato per curare i pazienti che si ammalano di Covid o di influenza. A cui poi si aggiunge l'impegno per il tracciamento dei contatti richiesto dalla riapertura delle scuole».
Il presidente regionale ha poi specificato di non aver discusso con il Governo nei dettagli quali misure sarebbero da adottare. È circolata la voce di una richiesta da parte di Zaia di adottare restrizioni da zona rossa su tutta Italia fino all'Epifania. Voce che Zaia non ha confermato, lasciando però intendere che non sarebbe un cambiamento troppo traumatico il passaggio da zona gialla a zona arancione.

Infine, è intervenuto il dottor Rosi sui posti letto di terapia intensiva: «In Veneto ne possiamo attivare fino a 1.000, ma attivarli tutti significherebbe aver bloccato tutte le altre attività al di fuori delle gravi emergenze. Al momento ne abbiamo attivi circa 640, di cui 587 occupati, e nelle Ulss dove la pressione dei pazienti Covid è maggiore sono già stati attivati tutti i posti letti riconvertibili in terapia intensiva. L'andamento dei ricoveri in terapia intensiva è stabile in alcune province, mentre in altre è in leggero aumento. L'andamento è altalenante, ma il trend non è di sicurezza. Ci sono tanti nuovi ingressi, dai 20 ai 30 ogni giorno, ma ci sono anche tanti pazienti che escono e purtroppo tra quelli che escono ci sono molti deceduti. Le novità, rispetto a marzo, sono che abbiamo ricoverato in terapia intensiva molti più pazienti, per un periodo molto più lungo e mediamente questi pazienti sono più gravi e questo spiega anche l'alta percentuale di mortalità. E, sulla mortalità, il 90% dei deceduti per Covid in terapia intensiva ha più di 70 anni».

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