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Cronaca

Incidenti in montagna, Zaia invita alla prudenza: «283 persone e 16 vittime da maggio»

I numerosi casi che si sono verificati fino ad ora, hanno portato il presidente della Regione a lanciare un appello: «Rivolgo a tutti i frequentatori della montagna in questo scorcio di luglio e in agosto un accorato appello alla prudenza perché la vacanza possa trascorrere in totale serenità»

«La montagna, d’estate, costituisce uno degli ambienti naturali più affascinanti del mondo ma, per frequentarla in sicurezza occorre imparare a conoscerla, rispettarla, trattarla per quel che è: un paradiso naturale, ma anche un rischio per chi le si avvicina senza prudenza. In questi casi il rischio di incidenti è alto e spesso viene messa in pericolo la vita degli escursionisti e quella dei soccorritori. È accaduto di nuovo sulla ferrata Tomaselli, nel cortinese. Accade di frequente, e per questo motivo rivolgo a tutti i frequentatori della montagna in questo scorcio di luglio e in agosto un accorato appello alla prudenza perché la vacanza possa trascorrere in totale serenità».

È l’appello che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, rivolge ai frequentatori della montagna, dopo l’ennesimo caso di due escursionisti mal equipaggiati che sono rimasti bloccati su una ferrata dolomitica a Cortina, costringendo i soccorritori a cinque ore di intervento per salvarli.

«Dal primo di maggio il Soccorso Alpino del Veneto ha soccorso 283 persone. Purtroppo sono state registrate nelle nostre montagne 16 vittime e 50 feriti gravi. Ma colpisce anche il dato dei 130 illesi che hanno richiesto l’intervento del Soccorso Alpino, spesso con l’elicottero del SUEM. È una chiara indicazione che non sempre le attività in montagna vengono pianificate con la dovuta attenzione e prudenza. Serve rispetto e preparazione per approcciarsi alle cime, anche per non dover impegnare i soccorritori in missioni che hanno sempre una componente di rischio», aggiunge il presidente.

Secondo i dati del Soccorso Alpino del Veneto, relativi a questa prima parte d’estate, il 20% degli interventi è dovuto a incapacità. L’8% degli interventi di soccorso è invece causato dalla perdita d’orientamento, altra fattispecie che potrebbe facilmente essere evitata pianificando meglio l’itinerario. Le cadute provocano, quest’estate, il 25% degli interventi del Soccorso Alpino e i malori l’11%, complice anche il caldo dell’ultimo periodo. Il 53% delle persone soccorse sono escursionisti, con minor esperienza di montagna. Il 14% dei recuperati dal Soccorso Alpino è invece impegnato nelle ferrate.

«Le squadre del Soccorso Alpino, ma anche il Sagf della guardia di finanza – prosegue Zaia – sono un riferimento per professionalità e dedicazione. Li ringrazio per questo, ma chiedo ai turisti e agli appassionati di outdoor di avere rispetto anche per questi uomini e donne che mettono sempre in campo preparazione tecnica, coraggio e altruismo. Sono angeli della montagna pronti a spingersi oltre l’immaginabile, ma non si possono chiede loro i miracoli.
Sta a ognuno di noi – conclude Zaia – approcciarsi nel modo giusto alla montagna: informandoci bene sui percorsi e le difficoltà che ne sono insite, chiedendo alle guide alpine e alla gente del luogo informazioni, ponendo grande attenzione alle previsioni del tempo, dotandosi di abbigliamento consono, con le calzature adatte e tutto l’occorrente per affrontare momenti di difficoltà del percorso, come corde e moschettoni, e i frequenti e repentini cambi del tempo che possono far crollare le temperature in pochi minuti. Ne va – conclude – della gioia di una vacanza, e dell’incolumità propria e dei soccorritori».

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