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Cronaca

Glaxosmithkline: ahi, ahi! E l Universit

Sono gli atenei che dovrebbero preservare ricerca e cultura

Come un fulmine a ciel sereno piomba nel dibattito preelettorale veronese il caso della multinazionale che vuole chiudere i battenti e mandare a spasso centinaia di cervelli lavoratori, smantellando un centro ricerche che di ricerca pura, forse, non ne faceva più da anni. Già altre aziende storiche veronesi sono entrate in difficoltà negli anni e la globalizzazione dei mercati impone a tutti di sapersi rinnovare.

E chi dovrebbe proporre modelli imprenditoriali nuovi e cercare di smuovere le acque stagnanti dell’economia? Sono molti i soggetti interessati, ma in particolare chi ha il compito di promuovere la cultura, se non l’Università? Troppo facile, troppo astuto dire "noi l’avevamo detto", e scaricare la responsabilità sugli altri. Molti sono i correi di questo lento declino, ma gli organi dirigenti dell’Università sullo stimolo per la ricerca e lo studio di nuove vie hanno responsabilità maggiori.

Tutte insieme le istituzioni cittadine dovrebbero creare strutture dove si partecipi gratuitamente per l’onore di essere al servizio della propria città, per studiare come utilizzare le risorse ingenti che ci sono a Verona, per lo sviluppo della città, per evitare che si svilisca il ruolo trainante che deve avere la cultura. Altri casi Glaxo verranno, e allora saranno di nuovo guai per tutti. Molti sono moralmente responsabili, e tra questi la nostra Università, che non potrà dire “Io non c’entro”.

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