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Cronaca

Giulia e Filippo, ricerche ancora in corso. Lui indagato per tentato omicidio

Svolta nelle indagini della procura di Venezia. La famiglia della ragazza è convinta: «È trattenuta contro la sua volontà»

A sei giorni dalla scomparsa dei due 22enni veneti Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, le ricerche proseguono perché la coppia di giovani non è stata ancora trovata, ma c'è una svolta a livello di indagini. La procura di Venezia ha infatti aperto un fascicolo d'indagine contro Filippo Turetta con l'ipotesi di reato di tentato omicidio. Lo ha riferito VeneziaToday, citando una nota della stessa procura in cui si spiega che l'indagine è a tutela dello stesso indagato ed è stata aperta, in seguito alle prime risultanze, per accertare eventuali responsabilità penalmente rilevanti.

Restano comunque al vaglio tutti gli scenari possibili, ma l'idea che sia stia trattando di una fuga volontaria dei due studenti universitari è sempre sembrata la meno probabile e con il passare dei giorni si è fatta sempre più forte la «convinzione che Giulia sia trattenuta contro la sua volontà», come espresso dalla famiglia della 22enne.
E a trattenerla sarebbe Filippo Turetta, il ragazzo con cui Giulia aveva avuto una relazione. I due si erano conosciuti all'università di Padova, dove studiano ingegneria, e si erano messi insieme. La loro storia è durata fino all'agosto scorso e la rottura sembrava essere stata pacifica. Giulia e Filippo erano rimasti in buoni rapporti e come amici si erano visti in un centro commerciale di Marghera sabato scorso. Con la sua Punto nera, Filippo aveva poi riaccompagnato Giulia nel suo paese, Vigonovo, dove un testimone li avrebbe visti litigare. L'auto è poi partita e dei due non si è più saputo nulla.

Ieri, 16 novembre, è stato un altro giorno di ricerche. Ed è stato anche il giorno in cui nella villetta della famiglia Cecchettin sono stati appesi tre nastri rossi. Un simbolo per ricordare che ieri Giulia si sarebbe dovuta laureare in ingegneria biomedica. Sabato scorso aveva inviato la tesi alla relatrice. Lunedì l'avrebbe dovuta portare all'università. E ieri avrebbe dovuto discuterla. Ora il suo regolare percorso di studi è stato congelato, nella speranza che la giovane possa completarlo. Ma il dettaglio della laurea resta a testimoniare che in Giulia non ci sarebbe stata la voglia di fuggire.

Intanto vigili del fuoco, carabinieri e volontari della protezione civile restano operativi nelle ricerche in Veneto. Ricerche che ieri si sono concentrate nel Trevigiano, nella zona di Zero Branco. La Fiat Punto nera di Filippo è stata vista passare dalle telecamere di videosorveglianza. Telecamere che hanno segnalato una durata anomala tra l'entrata e l'uscita dal territorio di Zero Branco. È stato quindi ipotizzato che l'auto si sia fermata e sono stati cercati elementi che potessero spiegare il perché di quella sosta.

Mentre oggi i vigili del fuoco di Pordenone stanno scandagliando il lago di Barcis, il quale si trova lungo la direttrice che l'auto ha seguito nella notte tra sabato e domenica. I dispositivi di lettura targhe l'hanno immortalata lungo la strada pedemontana a Caneva, quindi a Polcenigo e successivamente nella stazione turistica del Piancavallo e all'uscita delle gallerie tra Erto, Casso e Longarone, nel Bellunese.

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