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Cronaca

Droga, ora un vero e proprio allarme sociale

Il 50 per cento dei guidatori controllati dal Sert oltre i limiti per stupefacenti e alcol

E' di nuovo allarme droga a Verona. A farlo raffiorare sono gli ultimi, preoccupanti, esiti dei controlli svolti dall’osservatorio dei Servizi per le tossico dipendenze, condotti tra l’agosto del 2009 e il gennaio scorso. Di 1062 conducenti di autovetture sottoposti ad accertamenti clinici e tossicologici, il 46,7 per cento è risultato non idoneo alla guida.

Di questi: sono 92 le persone che sono risultate positive sia all’alcol test sia al controllo delle urine, mentre in netta maggioranza (293) sono le persone con un tasso alcolemico superiore a 0.5. Le misurazioni a cui i soggetti sono stati sottoposti dalle forze dell’ordine ha evidenziato che il 36,3 per cento degli esaminati manifestava un valore di alcol due volte superiore a quello consentito. Ma il dato che più sconcerta è quello relativo a coloro che sono risultati negativi ai controlli con alcolimetro ma positivi agli accertamenti tossicologici, che occupano oltre il 16 per cento della torta. Se queste persone fossero state sottoposte solo al controllo del tasso alcolemico, sarebbero tornate alla guida in condizioni psicofisiche alterate, e quindi pericolose. Forse i controlli con etilometro non bastano più?

“Quello che possiamo dire è che sembra che ci sia più attenzione al consumo di alcolici durante il sabato sera. Lo stesso non si può dire per le sostanze stupefacenti. Di positivo c’è che i controlli sembrano sortire un certo effetto deterrente” afferma il dottor Maurizio Gomma del Sert.

Proprio per far fronte all’abuso di sostenze stupefacenti, il dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 20 ha presentato oggi, assieme all’assessorato ai Servizi sociali del Comune, il secondo convegno nazionale “Neuroscience of addiction” che si svolgerà da lunedì a mercoledì prossimi nella sala convegni del
Banco Popolare.

Le neuroscienze sono la strada maestra per capire i meccanismi della dipendenza dalle sostanze al fine di prevenire, ma ci auguriamo anche di debbellare", ha detto Giovanni Serpelloni, il capo del dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. "Questo è un problema che va affrontato seriamente dando risposte concrete, poiché il tossicodipendente è un soggetto che rischia l’esclusione sociale, e quindi ne consegue un aumento delle diseguaglianze. Grazie agli studi sulle neuroscienze è possibile capire come funzionano le cellule e che tipo di modifiche subiscono dalle sostanze: in questa maniera si possono individuare le aree di desiderio del cervello che vengono iperstimolate, ma anche quelle di resistenza che aiutano ad uscire dal tunnel. Per dare una risposta di prevenzione concreta ci vuole un approccio educativo orientato, per non ridursi in futuro a somministrare il solito farmaco col metadone per calmare le dipendenze. Le ultime ricerche hanno infatti dimostrato quanto anche la droga più leggere, se assunta durante la fase di sviluppo, possa compromettere la corretta crescita del cervello dell’adolescente”.

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