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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Articoli di Carnevale contraffatti, 11mila sequestri

Erano venduti in due negozi di Verona e Legnago e provenivano da 3 depositi del Nord Italia

Ormai sembra che la tradizione se ne tiri dietro un’altra. Con il Carnevale arrivano anche le perquisizioni, i sequestri e le denunce per maschere contraffatte. E quest’anno non fa eccezione. Si devono ancora una volta alla guardia di finanza i controlli a tappeto nei negozi di tutta la provincia. I due negozi nel mirino dei finanzieri, entrambi a carico di titolari di origine cinese a Verona e Legnago, hanno portato i sigilli ai magazzini da cui si rifornivano e al sequestro di 11280 riproduzioni senza marchio “Ce”. Giocattoli, costumi, maschere carnevalesche e prodotti di divertimento per un valore di circa 80mila euro. Articoli “abilmente contraffatti”, precisano dal Comando delle Fiamme Gialle di via Nicola Mazza, “che sono solo una piccola parte del commercio imbastito dai denunciati”.

Un giro di vite come accade ogni anno, anche se a farne le spese, stavolta, sono sia i negozianti che i grossisti. Le indagini, coordinate dai pm Federica Ormanni e Francesco Rombaldoni, hanno portato decine di militari a perquisire depositi cinesi a Treviso, Bologna e Monza dove sono emersi scatoloni colmi di giocattoli, coriandoli e capi d’abbigliamento. Cinque, finora, i responsabili individuati, due negozianti e tre grossisti, tutti denunciati per commercializzazione di prodotti contraffatti e per violazione delle norme in materia di sicurezza dei prodotti.

“I coriandoli sono talmente piccoli- precisano gli ufficiali delle Finanza di Verona- che si sbriciolano con facilità, trasformandosi in polvere che può essere inalata e può finire negli occhi dei bambini. Le maschere invece possono perdere colore e risultare nocive sulla pelle e sulle mucose”. Con l’ultima operazione nelle quattro province del Nord, il bilancio della guardia di finanza riferito alla prima parte del 2011 segna almeno 15mila pezzi contraffatti e privi della marchiatura “Ce”. “Con i sigilli ai magazzini- spiega il comandante provinciale Bruno Biagi- emergerà l’ammontare del traffico messo in piedi dai grossisti e dai negozianti. Dalle rilevazioni abbiamo constatato che l’ultima attività scoperta era riuscita a commercializzare oltre 100mila articoli”.

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