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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Rallentamenti e blocchi in Aoui, dipendenti in difficoltà per il nuovo sistema informatico

Domani l'incontro tra sindacati ed il direttore generale Bravi. Cisl Fp: «Si è voluto fare una rivoluzione senza preparare adeguatamente il personale, il cui disorientamento è forte»

Nel centro prelievi dell'Aoui di Verona, un utente è stato preso in carico alle 10.30, ma aveva prenotato per le 7.30. Al pronto soccorso ci sono difficoltà nell'elaborazione degli esiti dei codici bianchi e le dimissioni avvengono in ritardo. E in ginecologia gli operatori faticano nel ritrovare i dati delle pazienti da poco registrati. Questi sono alcuni problemi riscontrati dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e causati dal recente passaggio dell'azienda ospedaliera di Verona al nuovo sistema informatico unico. Un passaggio che avrebbe richiesto maggiore gradualità, a detta dei lavoratori, ma che per il direttore generale Callisto Bravi è «grande trasformazione digitale» e come tutte le novità «ha bisogno di un periodo di rodaggio».

Per i tre sindacati veronesi del pubblico impiego, però, i disagi creati dal nuovo sistema informatico hanno superato la soglia della sopportabilità. «Non è più questione di portare pazienza», hanno fatto sapere i rappresentanti dei dipendenti, i quali hanno chiesto un incontro urgente alla direzione ospedaliera per far presente le diverse criticità che i lavoratori devono affrontare quotidianamente. «Rallentamenti e difficoltà nell’inserimento e nel richiamo dei dati; blocchi che impediscono di avviare i pazienti verso esami ed accertamenti previsti dalla procedura; procedure che cambiano senza preavviso e altri vicoli ciechi che continuativamente, più volte al giorno, determinano inaccettabili ritardi nell’erogazione delle prestazioni e l’impossibilità da parte di medici e infermieri di svolgere correttamente il proprio lavoro - hanno fatto presente Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - E a poco vale ricorrere all’assistenza informatica: solo una parte dei 250 operatori informatici che dovrebbero affiancare il personale durante la migrazione è formato per risolvere i problemi in tempo reale. La maggior parte delle volte si limitano ad annotare il problema e a riferirlo ai programmatori che li affrontano a posteriori».

«La situazione è molto critica per tutta l’attività programmata ma temiamo che questi malfunzionamenti possano determinare complicazioni ancora più gravi negli interventi di urgenza - ha spiegato Antonio De Pasquale, segretario generale Fp Cgil Verona - Medici e infermieri erano stati rassicurati che gli inevitabili disguidi nella migrazione del sistema non avrebbero mai compromesso l’operatività, ma così non è stato. E questo è molto grave. La migrazione è stata avviata senza aver adeguatamente formato il personale e calcolato le implicazioni. La realtà che ci sono tutta una serie di operazioni che non possono essere fatte a posteriori e se il sistema si blocca o rallenta, determina il blocco o il rallentamento di tutta la filiera».
«Speriamo che nelle sale operatorie tutto proceda per il meglio - gli ha fatto eco Stefano Gottardi segretario generale Uil Fpl - Qualcuno dovrà però spiegarci perché proprio a Verona e perché proprio adesso. Ci avevano detto che sarebbero serviti 7 giorni, ma siamo già al 12esimo e la situazione è ancora ben lontana dall’assestarsi. La migrazione è stata una decisione della Regione o una scelta dell’Aoui? Perché non procedere con maggiore gradualità come avevamo chiesto, partendo magari da ospedali più piccoli o da singoli reparti? Medici, infermieri e operatori sono costretti a fare da parafulmine nei confronti dell’utenza, giustamente arrabbiata per una situazione davvero pesante».
«Come Cisl Fp abbiamo già chiesto ai nostri legali di predisporre la tutela legale dei lavoratori nel caso di ripercussioni dovute a malfunzionamenti del sistema informatico - ha concluso Giovanni Zanini, segretario generale Cisl Fp Verona - Nello stesso tempo siamo impegnati nella raccolta delle non conformità. L’utilità del nuovo sistema non è in discussione. Si è però voluto fare una rivoluzione senza preparare adeguatamente il personale il cui disorientamento è forte. Durante il corso di formazione venivano spiegate delle cose ma ora si trovano di fronte ad una realtà del tutto diversa. E gli esperti informatici che dovrebbero fare da supporto non risolvono i problemi ma rimandano a loro volta ad altri tecnici. Il risultato sono attese infinite per qualunque cosa: prenotazioni, esiti, triage. Tutto questo non è accettabile e deve cambiare».

«Giovedì, i rappresentanti dei lavoratori verranno aggiornati su tutte le attività in essere e sullo stato di avanzamento del progetto», ha replicato il direttore generali Bravi, che quindi domani incontrerà i sindacati ma intanto ha anticipato: «La sicurezza dei pazienti è per noi prioritaria e garantita costantemente anche dalle procedure di qualità consolidate e presenti in azienda. L’assistenza ai pazienti è certamente assicurata in tutti i setting assistenziali, soprattutto e con una fortissima attenzione nell’emergenza e urgenza. Siamo a conoscenza della fatica dei dipendenti, già preventivata per queste tipologie di forti cambiamenti. Per portare innovazione e miglioramenti è necessario un periodo di assestamento, che vista la delicatezza dell’ambito abbiamo cercato di limitare il più possibile, garantendo sicurezza e senza mai venir meno alla continuità assistenziale. Prosegue il monitoraggio quotidiano del sistema al fine di alleviare gli inevitabili disagi all’utenza, e così continueremo fino a quando avremo raggiunto l’impegnativo obiettivo di digitalizzazione sanitaria che ci è stato assegnato».

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