rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Zevio / Via Pontoncello

Batteri fecali nell'Adige, Pfas nel Fratta-Gorzone. «Monitorare e intervenire al più presto»

Tappa a Zevio per Operazione Fiumi di Legambiente Veneto che chiede alle autorità di individuare «le cause di questi picchi di inquinamento»

Ieri, 25 giugno, a Zevio ha fatto tappa Operazione Fiumi, la campagna di ambientalismo scientifico di Legambiente Veneto realizzata grazie al supporto tecnico di Arpav, la collaborazione con Coop Alleanza 3.0 e Anbi Veneto e con il partner tecnico Strada.

In questa tappa, Legambiente ha presentato i dati su i fiumi Adige e Fratta-Gorzone relativi alla presenza di batteri fecali, in particolare l'escherichia coli, considerato da Arpav quale indicatore per valutare l’idoneità microbiologica all’uso irriguo dei corsi d’acqua del Veneto.
La fotografia scattata da Operazioni Fiumi rivela anche per il 2023 più di una criticità riferite proprio alla presenza di escherichia coli. Per il terzo anno consecutivo il fiume Adige presenta punti che superano i 1.000 mpn (most probable number) ogni 100 millilitri, ovvero l’indicatore di qualità indicato da Arpav.

Tabella Operazione Fiumi Legambiente 2023

Secondo i dati raccolti da Legambiente dei 7 punti monitorati sull’Adige, 5 risultano oltre il limite e uno è di poco sotto. In particolare compaiono criticità a Masi (PD), Boara Polesine-Rovigo e Anguillara Veneta (PD) che risultano in un range tra i 3.400 e i 4.300 mpn/100ml. Considerato che il limite allo scarico è di 5.000 mpn/100ml e che i prelievi di Legambiente non sono avvenuti in prossimità di scarichi autorizzati, per gli ambientalisti si rende necessario un monitoraggio più accorto delle attività del territorio per assicurarsi che non accadano superamenti maggiori, che potrebbero mettere a rischio l’approvvigionamento a scopo irriguo e di conseguenza la salute delle persone.

Per il Fratta-Gorzone solo il punto veronese di Cologna Veneta risulta oltre il limite di 1.000 mpn per 100 ml, cosa che era già successo nel 2021 ma con livelli ben superiori a quanto riscontrato quest'anno.

«I valori di batteri fecali rilevati sul fiume Adige ci ricordano quanto siano importanti le azioni di monitoraggio per la tutela della qualità della risorsa idrica - ha dichiarato Francesco Tosato, portavoce di Operazione Fiumi - Nello specifico delle acque dell’Adige ora è importante che le autorità preposte individuino le cause di questi picchi di inquinamento da batteri fecali, in alcuni casi ripetuti nel tempo, che devono essere ricercati in scarichi abusivi e sversamenti illegali. Oltre a un maggiore impegno per il collegamento delle abitazioni ancora sprovviste alla rete fognaria, serve aumentare il livello dei controlli sulle attività zootecniche e sulla gestione dei reflui dell’agricoltura. Se queste attività non vengono sviluppate nel modo corretto, possono essere una fonte importante di immissione di batteri fecali nelle acque interne».

Pur non senza particolari allarmi, quest’anno sul fronte della qualità microbiologica del fiume restano immutate le considerazioni di Legambiente sul Fratta-Gorzone per uno stato di salute generale che continua a destare enorme preoccupazione. Il corso d’acqua è ancora pesantemente contaminato da Pfas, metalli pesanti, cromo totale, cloruri e solfati, sostanze che che rappresentano una minaccia sia per l’ecosistema acquatico che per la salute umana e che devono essere fortemente ridotte se non eliminate.

Secondo i dati Arpav più recenti sullo stato chimico dei fiumi, il bacino idrografico del Fratta-Gorzone è tra quelli che presentano il maggior numero di non conformità e la maggior parte è connessa al noto fenomeno di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) delle acque superficiali e delle falde acquifere interessanti territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.
«Non è improbabile ipotizzare che queste sostanze si immettono nel fiume all’altezza di Cologna Veneta, in particolare attraverso il collettore fognario Arica - ha commentato Piergiorgio Boscagin della segreteria regionale di Legambiente - vista la grande presenza di industrie chimiche e conciarie. Il Fratta-Gorzone resta un fiume dimenticato ed in sofferenza. Migliorare la condizione di questo fiume è una priorità, non può essere abbandonato ad un misero destino da fiume di "serie B", ridotto a canale scolmatore di inquinanti, peraltro diluiti attraverso lo spreco di sei metri cubi al secondo di acqua pulita derivata dal canale irriguo Leb e altrimenti destinata all’agricoltura. Sembra che la lezione dei Pfas non sia servita a molto e che si voglia continuare ad evitare il problema, magari spostandolo a valle. L’inquinamento chimico non sparisce ma persiste danneggiando la nostra salute e quella dell’ecosistema, va fermato e non dimenticato».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Batteri fecali nell'Adige, Pfas nel Fratta-Gorzone. «Monitorare e intervenire al più presto»

VeronaSera è in caricamento