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Migliora la qualità dell'aria in Veneto, «anche grazie ai grandi investimenti della Regione»

A rilevare i dati è stata Arpav. «Resta il fatto che per la sua conformazione e per la forte antropizzazione, il bacino padano ha una forte criticità relativamente allo smog», ha detto l'assessore Bottacin

Migliora la qualità dell’aria in Veneto. Lo testimoniano i dati rilevati dall’Arpav e relativi all’anno 2023, provenienti dagli strumenti automatici della rete.

Per il quarto anno consecutivo viene ad esempio rispettato in tutte le stazioni di misura il valore limite annuale del biossido di azoto, con concentrazioni medie tendenzialmente inferiori o, al più, in linea con quelle dell’ultimo triennio. Anche i limiti annuali del particolato, sia PM10 che PM2.5, fissati rispettivamente a 40 e 25 microgrammi per metro cubo, risultano rispettati in tutte le centraline della rete aria.

«I dati rilevati evidenziano un miglioramento – commenta l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin - ed è quanto sostengo da tempo visti anche gli enormi investimenti fatti dalla Regione per migliorare la qualità dell'aria. Resta il fatto che per la sua conformazione e per la forte antropizzazione, il bacino padano ha una forte criticità relativamente allo smog. Risulta quindi evidente che dovremo continuare a investire sul tema. Ma rassicura il fatto che le azioni messe in campo grazie al piano di tutela e risanamento dell'aria abbiano già dato buoni riscontri. Significa che la strada tracciata è quella giusta e che non dobbiamo abbassare la guardia».

Secondo il rapporto Arpav, rimane ancora diffuso invece il superamento del valore limite giornaliero per il PM10, fissato a 50 microgrammi per metro cubo, da non sforare per più di 35 giorni l’anno: nel 2023 è stato rispettato in 11 centraline su 38, un dato comunque in miglioramento rispetto alle 8 stazioni sotto il limite del 2022. Viene inoltre evidenziato che nell’ultimo anno il numero medio di superamenti registrati è stato generalmente inferiore a quelli conteggiati nel 2022, e in linea con il 2021, uno degli anni con i livelli di PM10 più bassi. Infine, per quanto concerne l’ozono, nonostante un’estate con lunghi periodi di caldo intenso, il numero di superamenti della soglia è stato complessivamente inferiore al 2022, con un massimo nel mese di giugno.

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