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Cgil: «Sanità pubblica al collasso per grave carenza di personale»

Il sindacato ha organizzato per questo pomeriggio assemblee in tutti gli ospedali veronesi. Pronta anche una petizione per il sistema sanitario pubblico

Assemblee negli ospedali, raccolte firme per una petizione e una grande manifestazione nazionale che si terrà la prossima settimana a Roma. La Cgil veronese si mobilita per la sanità pubblica, chiedendo maggiori investimenti.

Questo pomeriggio, 15 giugno, dalle 14 alle 15.30 in contemporanea in quasi tutti gli ospedali dell'Ulss 9 e dell'Aoui si svolgeranno assemblee del personale sanitario per richiamare l'attenzione del Governo, della Regione Veneto e dell'Ulss «sull'insostenibile stato della sanità pubblica, al collasso in tanti settori a causa della grave carenza di personale - hanno spiegato Antonio De Pasquale, segretario generale Fp Cgil Verona, Simone Mazza, responsabile dell'area sanità di Fp Cgil Verona, e il dottor Antonio Gallo, delegato Fp Cgil Medici - Il sistema necessita di un intervento, energico e urgente, di rifinanziamento che garantisca le indispensabili opportunità di rilancio rispetto alla stasi e al declino che perdura dalla fine del periodo del Covid».
La mobilitazione di oggi si terrà anche gli ospedali di Legnago, San Bonifacio, Malcesine e Marzana si inserisce nell’alveo delle iniziative promosse dal "Manifesto per la Salvezza del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico" sottoscritto il 16 maggio scorso a livello nazionale dalle associazioni dei medici, dirigenti sanitari e veterinari, che rappresentano oltre 120mila dipendenti della sanità pubblica, e dalle associazioni dei cittadini, dei pazienti e dei professionisti sanitari.

Parallelamente alle assemblee, a partire sempre da oggi, Fp Cgil Verona promuove una petizione per il sistema sanitario pubblico con banchetti di raccolta firme posizionati agli ingressi degli ospedali, nei mercati rionali e in altri luoghi pubblici.

«La situazione è grave - hanno spiegato De Pasquale, Mazza e Gallo - Soprattutto negli ospedali dell'Ulss, a Villafranca come a San Bonifacio o a Legnago, la funzionalità di molti reparti è messa in crisi dalla cronica carenza di personale che il ricorso ai gettonisti, personale temporaneo in molti casi anagraficamente molto anziano, non riesce a tamponare. A fine gennaio 2023 in Ulss 9 Scaligera tramite cooperativa viene coperto un monte ore che equivale a 13 medici a tempo pieno. In particolare a Villafranca i gettonisti coprono 20 turni al mese nell'area medica. Si trovano gettonisti anche in pediatria, anestesia e rianimazione, ginecologia e in pronto soccorso. A Bussolengo queste figure coprono il servizio di pronto soccorso h 24 sette giorni su sette ad eccezione di circa 10 turni mensili coperti da personale interno. Tra le figure professionali carenti a Villafranca sicuramente quelle di pediatri, pneumologi e neurologi, cardiologi, oculisti e medici del centro trasfusionale. All’ospedale di Legnago i gettonisti sono presenti in ginecologia, anestesia e rianimazione e nel pronto soccorso. Qui mancano almeno 15 medici di pronto soccorso, 10 psichiatri e diversi radiologi. Il collegamento con la sanità del territorio è completamente saltato a causa dell’altrettanto cronica carenza di medici di famiglia (209 le zone scoperte ad aprile 2023 che potrebbero calare soltanto di qualche decina entro la fine del mese). Ciò produce il ricorso indebito ai pronto soccorso: al 31 gennaio 2023 il 90% delle dimissioni negli ospedali dell’Ulss 9 avviene in codice bianco e verde. Va un po’ meglio, si fa per dire, negli ospedali dell'Aoui di Verona, dove questa percentuale si ferma al 72%. Tutta questa inefficienza si traduce in un superlavoro per il personale ospedaliero che dovrebbe invece dedicarsi alle acuzie, e in costi per i cittadini che si trovano a pagare il ticket per le prestazioni ricevute, più le quote fisse prevista dalla Regione, magari senza aver chiarito il dubbio diagnostico. In questo modo sempre più cittadini (si stima ormai il 10% degli italiani) rinuncia alle cure. Il piano per il recupero delle liste di attesa predisposto dall’Ulss 9 è inefficace perché punta sull’acquisto di prestazioni privatistiche anziché sul rinforzo degli organici. La soluzione alla crisi, infatti, non può che passare da un piano straordinario di assunzioni, sia di medici che di infermieri, che riporti sul binario dell’efficacia il sistema sanitario pubblico, che sta perdendo lentamente ma inesorabilmente terreno rispetto alla sanità privata, la vera favorita da questa snervante agonia. Una ricerca Agenas del marzo 2023 sul personale sanitario mette in evidenza che in Italia si utilizzano meno infermieri che nel resto dei Paesi europei. In particolare il gap da recuperare viene calcolato in 2,6 infermieri ogni mille abitanti, il che significa che rispetto alla media europea, mancano all’appello 148.366 professionisti».

E anche a livello regionale, la Fp Cgil Medici e Dirigenti della sanità pubblica aderisce alle mobilitazione annunciando la partecipazione alla manifestazione nazionale di Roma del prossimo 24 giugno. «Siamo fanalino di coda in Europa rispetto a paesi come Francia e Germania per quanto riguarda la spesa sanitaria - ha affermato il segretario regionale Fp Cgil medici e dirigenti Giovanni Campolieti - e questo continuo ed inarrestabile definanziamento ha avuto come conseguenza negli ultimi 20 anni la contrazione del perimetro pubblico, la crescita degli appalti al privato dei professionisti sempre più orientati ad uscire dal sanità pubblica alla ricerca di condizioni retributive e di lavoro meno pesanti. Non solo, il disinvestimento sulla sanità pubblica ha riguardato anche la mancata necessaria riforma dei modelli organizzativi e di una vera ed efficace integrazione ospedale territorio finalizzata a rispondere con appropriatezza ai bisogni di salute dei cittadini. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: contrazione importante dei posti letto, lunghe liste di attesa e aumento delle diseguaglianze tra chi può pagarsi le cure e chi no, desertificazione del territorio e fuga dei professionisti. E interi settori, a partire dalla salute mentale, sono in gravissima difficoltà».

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