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Filobus, i conti quadrano. Approvato piano economico-finanziario dell'opera

Il Comune ha trovato un accordo per coprire i costi della filovia attraverso contributi ad Amt3 spalmati negli anni. In questo modo il mezzo dovrebbe essere operativo nel 2026. Stimati invece in 57 milioni i costi di rinuncia all'opera

La giunta comunale di Verona ha approvato il piano economico-finanziario e l'accordo di contribuzione tra il Comune e Amt3 per la partenza del filobus nel 2026. È stato così scritto il capitolo finale dell'iter che permette di realizzare un'opera dal valore complessivo di quasi 155mila euro, pagata per il 60% dallo Stato e per il restante 40% dal Comune mediante un accesso al credito. Opera che se non venisse fatta, costerebbe comunque al Comune di Verona, tra penali e altro, circa 57 milioni di euro.

Da quando è partito il grande cantiere di Via Città di Nimes, a Verona si è parlato di filobus solo in termini di traffico e viabilità. Ed è stato giusto così, perché i disagi creati agli automobilisti non sono stati pochi. Disagi che però tutti sperano vengano ripagati quando il filobus sarà operativo e quindi in grado di fornire alla città un mezzo di trasporto pubblico di massa veloce ed efficiente.
Ma c’è un altro aspetto ed è quello economico. Un fronte all'interno del quale è stato stimato il danno finanziario che il Comune di Verona subirebbe se decidesse di non realizzare più la filovia. Danno che è stato stimato in 57 milioni di euro, tra spese già sostenute e penali. Somma che è pari a più di un terzo del valore complessivo dell’opera (circa 155 milioni di euro), il 60% dei quali a carico dello Stato e il restante 40% a carico del Comune attraverso Amt3, con un finanziamento della Banca Europea degli Investimenti (Bei). Per i conti pubblici sarebbe dunque un danno enorme, con ricadute inevitabili anche sui cittadini, che loro malgrado si troverebbero costi per un'opera mai realizzata.

Ecco perché il Comune di Verona ha cercato di accelerare il più possibile l’iter già avviato, portando a casa: a febbraio l’approvazione da parte del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) della variante al progetto della filovia; l’aumento di capitale delle società per 1,5 milioni di euro; la stipula del mutuo con la Bei che copre il costo dell’opera a carico del Comune; il finanziamento dei due parcheggi scambiatori la cui realizzazione è propedeutica alla messa in strada del mezzo pubblico (6.500.000 euro di cui 3 milioni per il parcheggio a Verona Est da 350 posti e 3 milioni e mezzo per quello di Ca' di Cozzi da 500 posti). Un cerchio che oggi si è chiuso definitivamente grazie all’approvazione da parte della giunta del piano economico-finanziario aggiornato dell’opera e l’accordo di contribuzione tra Comune, Amt3 e Bei che premette di proseguire i lavori appena avviati per concluderli nel 2026 come da cronoprogramma. Una delibera che sarà esaminata dal consiglio comunale nelle prossime settimane.

Il piano economico-finanziario recepisce l'aggiornamento dei costi aggiuntivi derivanti dalla perizia di variante di lavori; le ultime previsioni relative alla tempistica e al cronoprogramma, un diverso orizzonte temporale di riferimento fissato in 20 anni, l’aggiornamento delle condizioni bancarie ed una diversa modalità di finanziamento rispetto al passato. In sostanza, il Comune verserà ad Amt3 un contributo pari a 38.240.000 euro a tiolo gratuito che verrà erogato con importi annui predefiniti per il periodo dal 2023 al 2045, di cui 6.050.000 già stanziati nel bilancio di previsione pluriennale 2023-2025 da erogarsi in quote annuali (1.098.000 nel 2023), 2.257.000 nel 2024, 4.026.000 nel 2025). Altri 28 milioni di euro saranno concessi alla società in conto capitale con importo annuo dal 2026 al 2041.

«Oggi la giunta ha chiuso il cerchio sul progetto filovia - ha spiegato l’assessore al bilancio Michele Bertucco - Nel documento viene anche stimato l’onere complessivo conseguente all’eventuale recesso dei contratti in essere e alla rinuncia alla costruzione dell’opera, circa 57 milioni di euro senza contare le eventuali penali che verrebbero richieste dalle ditte appaltatrici. Un danno enorme per le casse comunali che ricadrebbe inevitabilmente sui cittadini».
«Il risultato è frutto degli importanti passaggi effettuati nei mesi scorsi per iniziare finalmente i cantieri, dall’approvazione della variante da parte del Cipess alla sottoscrizione del mutuo con la Bei - ha detto il presidente di Amt3 Giuseppe Mazza - Quanto ai lavori già iniziati, stanno procedendo regolarmente sia quelli in Città di Nimes che quelli in Via Santa Teresa».

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