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Coronavirus, come la pandemia ha cambiato i consumi delle famiglie italiane

L'argomento è contenuto nel "Terzo rapporto dell'Osservatorio sui consumi delle famiglie. Consumi e consumatori al tempo del Covid-19" pubblicato grazie al contributo del dipartimento di scienze umane dell'università di Verona

Come sono cambiati i consumi durante il Covid-19? Cos’è successo alle relazioni sociali, alle famiglie e alle persone? Quale futuro ci attende? Queste sono alcune delle domande a cui risponde il "Terzo rapporto dell'Osservatorio sui consumi delle famiglie. Consumi e consumatori al tempo del Covid-19". Il volume, pubblicato nell’ottobre 2021 da FrancoAngeli, è stato curato da Luigi Tronca, professore ordinario di sociologia generale, e da Domenico Secondulfo, già professore ordinario di Sociologia generale dell'ateneo di Verona.
Nel volume si trovano i risultati ottenuti dall’analisi dei dati raccolti nel dicembre 2020 nel corso di un'indagine dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie (centro di ricerca, diretto da Luigi Tronca, del dipartimento di scienze umane dell'università) che ha coinvolto 2.054 individui maggiorenni residenti in Italia.
«Viviamo un periodo particolarmente complesso e drammatico - spiega Tronca nell'introduzione del volume - La pandemia di Covid-19 costituisce, a detta di un crescente numero di studiosi, uno spartiacque per una grande quantità di fenomeni sociali».

Lo studio evidenzia, tra le altre cose, che il 39,3% dei partecipanti considera sufficiente la situazione economica familiare, che consente, quindi, di soddisfare le principali esigenze ma con delle rinunce, il 37,1% la ritiene buona, cioè tutte le esigenze sono soddisfatte ma senza riuscire a risparmiare, mentre il 13,2% la considera ottima, riuscendo anche a risparmiare. Il 10,4%, infine, la considera precaria, dovendo sempre rinunciare a degli acquisti.
Il Nordovest si presenta come l’area geografica del Paese in cui è più incidente la situazione economica ottima, che riguarda il 16,9% dei partecipanti, mentre le isole fanno registrare il valore percentuale più basso, pari all'8%. Nelle isole, si registra, peraltro, la maggiore incidenza della situazione precaria, che riguarda il 14,4% dei partecipanti, mentre il Nordest, con un valore percentuale del 5,3%, fa registrare la minore incidenza di questa condizione.
La relazione tra scelte alimentari e di benessere pare perdere di rilevanza nel passaggio dal 2016 al 2018 e, poi ancora, al 2020. Infatti, chi dichiara di stare abbastanza o molto attento nelle scelte di consumo alimentare, ritenendo che queste incidano sul proprio benessere, è pari, nel 2020, all'85% delle persone, contro l’86,4% del 2018 e l’87,6% del 2016.
L’indagine, che ha utilizzato anche gli strumenti della Social Network Analysis, ha consentito di identificare la quantità media di soggetti sui quali si può contare per ricevere supporto o aiuto in caso di bisogno nel corso della vita quotidiana, pari a 3,29, contro i 2,99 del 2018 e i 3,20 del 2016. Tale crescita della dimensione del personal network di sostegno, che segna un punto di discontinuità rispetto al trend precedente, si registra, tuttavia, assieme alla prosecuzione del trend negativo relativo alla densità ego-centrica media dei reticoli personali di sostegno, che consente di determinare il livello di coesione tra coloro che formano il personal network di sostegno delle persone. L’indagine ha, in sostanza, consentito di scoprire il fenomeno del pandemic brokerage, per il quale, in concomitanza con la pandemia di Covid-19, tendenzialmente, torna a crescere la dimensione dei reticoli di sostegno ma continua a calare la loro coesione interna.
L’indagine ha, inoltre, permesso di registrare la percentuale di coloro che avevano una corretta percezione delle disposizioni normative in materia di Covid-19 vigenti nella propria zona di residenza: il 10,4% ha indicato una percezione diversa del colore assegnato alla zona di residenza e, in particolare, il 5,8% ha indicato una condizione meno restrittiva rispetto a quella in vigore, mentre il 4,6% ne ha indicata una più restrittiva.

L'indagine è stata finanziata dal dipartimento di scienze umane dell'università di Verona, che ha contribuito anche alla pubblicazione del volume, alla cui stesura hanno partecipato Luca Mori, Sandro Stanzani, Francesca Setiffi, Debora Viviani, Lorenzo Migliorati, Paola Di Nicola e Marco Carradore, insieme a Luigi Tronca e Domenico Secondulfo.
Il "Terzo rapporto dell’Osservatorio sui consumi delle famiglie. Consumi e consumatori al tempo del COVID-19", è pubblicato in open access ed è reperibile qui.

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