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«Regione riformi gli Ipab e adegui i fondi per evitare l'aumento delle rette»

Nella quinta commissione del Comune di Verona discussi i problemi dell'Iaa e degli altri istituti pubblici di assistenza e beneficenza. Balbi: «Aumentano gli ospiti non autosufficienti ma non i contributi regionali»

Un cambio di identità giuridica è quello che servirebbe agli Ipab per far fronte alle mutate esigenze sociali, ma la riforma giace da anni in consiglio regionale. È questa la necessità evidenziata più volte dal Comune di Verona alla Regione Veneto e che ieri, 18 dicembre, è stata ribadita nella seduta della quinta commissione consiliare, convocata per affrontare le criticità dell'Istituto assistenza anziani (Iaa) di Verona, il più grande della provincia.

I problemi dell'Iaa sono simili a quelli degli altri istituti pubblici di assistenza e beneficenza (Ipab) della provincia, i quali devono avere bilanci in equilibrio ma non hanno un'identità giuridica che gli permetta di partecipare ad importanti bandi pubblici da cui reperire risorse.
E in commissione è stato inoltre affrontato il tema dell'ipotizzato aumento delle rette e delle conseguenze che ciò comporterebbe per le famiglie degli anziani assistiti nelle diverse strutture dell'Iaa. Un aumento in parte causato anche del mancato adeguamento dei contributi regionali.

«Abbiamo convocato questa commissione per fare il punto sulla situazione dell'Iaa e cercare di capire come risolvere i problemi più attuali - ha spiegato l'assessora alle politiche sociali Luisa Ceni - Abbiamo chiesto più volte alla Regione, a cui spetta questo tipo di interventi, di rivedere il soggetto giuridico degli Ipab, ormai datato e non più in grado, con questo tipo di personalità giuridica, di assolvere agli obiettivi per i quali erano nati. Non siamo solo noi a chiederlo, è un problema che condividiamo con tutti gli altri istituti di assistenza. Quanto alle rette, se i contributi regionali non sono sufficienti a pagare di più saranno le famiglie, un'eventualità che stiamo cercando in ogni modo di evitare. Chiediamo perciò che le nostre richieste vengano ascoltate e che si trovi presto una via comune da seguire. L'invito ai consiglieri regionali veronesi di partecipare alla commissione va proprio in questa direzione».

«Ad oggi gli Ipab non possono godere di determinati benefici, come ad esempio i contributi per ristrutturare e adeguare le strutture - ha spiegato la presidente della conferenza degli Ipab veronesi Manuela Tomasi - È solo uno dei limiti imposti dall'attuale conformazione giuridica. A ciò si aggiungono gli effetti della pandemia, il fatto che gli ospiti degli Ipab sono anziani sempre più avanti con l'età, molti dei quali in stato di infermità. Ciò comporta servizi e cure specifiche che si traducono in costi per le strutture. gli Ipab veronesi sono 16 e 10 di questi si sono riuniti nella conferenza per fare rete e trovare soluzioni a problemi comuni».

Il presidente dell'Iaa Franco Balbi, in carica da circa un anno, ha illustrato la situazione dell'ente e risposto in merito al procedimento di vigilanza e controllo avviato dalla Regione. «A fronte dell’impegno del cda e di tutti i lavoratori dell'istituto che hanno permesso di aumentare il numero degli ospiti presenti all'Iaa, l'Ulss 9 Scaligera non ha adeguato le impegnative di residenzialità, vale a dire il contributo versato alle rsa per l’assistenza agli ospiti non autosufficienti, e ciò per il mancato incremento del fondo messo a disposizione della Regione Veneto per la non autosufficienza - ha dichiarato Balbi - Nonostante l’aumento esponenziale della domanda da parte dei cittadini. A fronte di un significativo aumento degli ospiti non autosufficienti rispetto all’anno scorso, nel 2023 I'Ulss 9 non ha proporzionalmente incrementato il contributo versato al nostro istituto. Se i contributi regionali fossero in linea con i bisogni dei cittadini e conseguentemente con il numero degli ospiti accolti da noi, il risanamento dei conti dell'istituto sarebbe già avvenuto».
Raffrontando i dati dei primi dieci mesi dell'anno 2022 con lo stesso periodo del 2023 si evince che, a fronte di un incremento dei giorni di presenza degli ospiti (passati da 135.820 dei primi dieci mesi del 2022 ai 148.830 dello stesso periodo 2023), si è verificata una riduzione delle somme erogate per quote sanitarie e qsa (passate da euro 6.405.758 del 2022 a 6.282.344 del 2023).

E durante la commissione è intervenuto il consigliere regionale Alberto Bozza, che ha dichiarato: «Va bene dire la Regione deve fare la propria parte con la riforma degli Ipab, che come Forza Italia sosteniamo, così come deve far fronte alle necessità per adeguare le risorse sulle quote per evitare che ci siano gli aumenti delle rette a carico delle famiglie. Ma la razionalizzazione dei costi deve partire guardandosi in casa propria, come farebbe qualsiasi buon padre di famiglia, cosa a mio avviso che andrebbe verificata sui due aspetti sopra evidenziati e per i quali si è aperta giustamente una richiesta di approfondimento della Regione per chiedere chiarimenti doverosi nel rispetto anche dell’istituto stesso e della trasparenza».

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