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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Carenza di dottori, 224 domande al bando aperto ai non specializzati

Riguarda l'inserimento nei pronto soccorso veneti ed ora partirà quello riservato all'area internistica, come previsto dalle delibere della Regione approvate per far fronte alla grave carenza di medici

Le polemiche non sono terminate e il confronto con le università e gli ordini professionali prosegue, ma intanto si è chiuso con 224 domande il bando per il reclutamento di giovani medici laureati, abilitati, ma non ancora specializzati, da inserire negli ospedali del Veneto con un contratto autonomo.
Il bando riguarda l'inserimento nei pronto soccorso ed ora partirà quello riservato all'area internistica, come previsto dalle delibere della Regione approvate per far fronte alla grave carenza di medici.

A darne notizia sono stati il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e l'assessore alla sanità Manuela Lanzarin, i quali hanno ricordato che l'inserimento negli ospedali sarà anticipato da un percorso formativo realizzato in collaborazione con le università, partendo da una parte teorica di formazione d'aula e un'attività di tirocinio pratico con tutoraggio.

L'adesione è stata importante - ha commentato Zaia - il che dimostra quanta voglia di lavorare e di mettersi alla prova ci sia tra i nostri giovani medici, imprigionati nell'assurdità nazionale delle borse di specialità in numero largamente inferiore ai laureati in medicina, elemento questo tra i più determinanti per la ormai emergenziale carenza di medici in tutta Italia. In questi mesi, abbiamo sentito un mare di teorie, ma nessun fatto concreto. Il primo e unico è stato il documento del Veneto che tutte le Regioni hanno fatto proprio e approvato, inviandolo già il 26 settembre scorso al Governo e al Ministero della Salute. Come Regione non abbiamo voluto arrenderci all'ineluttabilità di non poter dare ai nostri cittadini tutta l'assistenza di cui hanno bisogno e abbiamo deciso di percorrere questa strada, certamente inedita, certamente coraggiosa, ma altrettanto certamente non campata in aria. Non butteremo mai allo sbaraglio questi ragazzi, ma li inseriremo gradatamente, vicino ai colleghi strutturati, e ad occuparsi delle situazioni più semplici, non certo di codici rossi. Abbiamo fiducia nelle nostre università e siamo certi che, con la preparazione ottenuta, i giovani medici saranno preziosi, occupandosi di codici bianchi o, al massimo, verdi.

«Le 224 domande arrivate - ha poi precisato Lanzarin - saranno ora velocemente valutate per verificare i requisiti richiesti. Nel frattempo abbiamo fatto partire il secondo bando, quello per l'inserimento nell'area internistica con 150 posti. Se anche il prossimo sarà un successo disporremo di centinaia di forze fresche da inserire nel sistema, garantendo loro un lavoro e un'occasione unica per potersi formare sul campo. È chiaro che si tratta di una soluzione di tipo emergenziale ma la questione ha due facce: quella dell'urgenza e quella della programmazione di prospettiva. L'urgenza è dettata dalla necessità di non chiudere reparti, e questo la Regione Veneto non lo farà mai; la prospettiva è quella di una profonda riforma che snellisca e sburocratizzi l'intero cammino verso l'esercizio della professione medica».

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