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Autorità e studenti alla commemorazione dell'eccidio della Divisione Acqui

Il sindaco Tommasi: «Momento solenne, di riflessione, soprattutto di collegamento con i nostri tempi e la nostra Europa»

Grande partecipazione e commozione ieri mattina, 21 settembre, alla commemorazione dell'80esimo anniversario dell'eccidio della Divisione Acqui di Cefalonia e Corfù. La cerimonia si è svolta al Parco delle Mura, in Circonvallazione Oriani, di fronte al monumento eretto a Verona nel 1966 dallo scultore, partigiano e poeta Mario Salazzari, in onore dei caduti veronesi. Erano presenti il prefetto di Verona Donato Cafagna, il sindaco di Verona Damiano Tommasi, il comandante del Comfoter di Supporto Massimo Scala, il presidente nazionale di Anda Claudio Toninel, l’attuale comandante della Divisione Acqui Francesco Bruno e numerose autorità civili e religiose, locali e nazionali. Presenti inoltre anche gli alunni della scuola media Betteloni, che lo scorso 26 maggio hanno partecipato alla seconda edizione di "Corri Acqui", svolta vicino al monumento.

sindaco tommasi studenti betteloni acqui 2023

La ricorrenza dà memoria a uno dei più tragici fatti che coinvolse l'esercito Italiano durante la seconda guerra mondiale, tra il 12 ed il 26 settembre del 1943, con la cruenta morte di migliaia di soldati italiani della Divisione Acqui, dislocata in Grecia, nelle isole ioniche di Cefalonia e Corfù. Dopo l’8 settembre 1943 il presidio tedesco dell’isola intimò all’Acqui di arrendersi. Il comandante non solo rifiutò la resa, ma il 14 la intimò ai tedeschi. La risposta fu un violento attacco aereo alle postazioni italiane, contro le quali fu sferrata una violenta offensiva di mezzi corazzati. Pur combattendo con valore, gli italiani, inferiori per armamento e privi di protezione aerea, il 22 chiesero la resa, dopo avere perso circa 5.000 uomini, tra militari e ufficiali. Secondo lo studio di Silvano Lugoboni, collaboratore dell’archivio di Stato di Verona, solo a Cefalonia c’erano ben 471 soldati veronesi, di cui se ne contano 18 fucilati, 14 deceduti, 87 dispersi (5 nel Mar Ionio). Altri 220 furono internati nei campi di concentramento in Grecia, nei Balcani, in Russia e Germania e dati per dispersi. Sempre secondo l’analisi delle fonti storiche, risultano anche 14 ufficiali veronesi, di cui 4 deceduti, 8 fucilati e 1 disperso sull’isola di Cefalonia. Se ne salvò solo uno.

A ricordo dei caduti della Divisione Acqui, nel corso della mattinata di ieri sono state deposte tre corone d’alloro al monumento a loro dedicato: la corona del Governo, la corona del Comune e la corona dell'associazione nazionale Divisione Acqui.
«La città di Verona ha il dovere di rendere questa giornata un momento solenne, di riflessione, soprattutto di collegamento con i nostri tempi e la nostra Europa - ha esordito il sindaco Damiano Tommasi - È nostro dovere celebrare i caduti, i reduci, le persone che hanno subito questo tragico momento nella propria famiglia con la massima partecipazione e serietà, nella convinzione che sia altrettanto nostro dovere ricordare, per non ripetere i medesimi errori. I testimoni viventi di questa triste storia ci insegnano a non tornare su quei passi. La politica ha il compito di far dialogare, di trovare soluzioni che non siano le armi. Al di là della ricorrenza, è un’occasione che, proprio grazie ai testimoni, ci deve far tenere alte le antenne, perché ci sarà un tempo in cui toccherà a noi tenere alta l’attenzione e portare avanti questi momenti di riflessione».
Nel suo intervento, il prefetto si è rivolto ai giovani ed ha sottolineato che il valore ed il sacrificio degli uomini della Divisione Acqui devono indurre ad una riflessione sui veri valori della vita e devono ispirare sentimenti di coraggio, di dignità e di ferma determinazione verso obiettivi positivi, orientati al bene comune. «Il modo migliore per onorare quegli uomini e l’insegnamento che possiamo trarre dalla loro vicenda storica e umana - ha dichiarato Cafagna - è quello di mantenere fermo l’impegno a scegliere anche noi quei principi di pace, giustizia, libertà, democrazia che in quella fase così tragica, ma anche così decisiva per la rinascita dell’Italia, germogliarono e che ancora oggi danno frutti».

E durante la mattinata è stata deposta anche una ghirlanda di fronte al monumento dedicato al generale Salvatore Pianell, ai giardinetti di Viale Piave, in occasione del 141esiamo anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria, per mano del sindaco Giulio Camuzzoni. Siciliano d’origine, Pianell fu il primo comandante del corpo d'armata di Verona dopo la dominazione asburgica. Stabilitosi a Verona nel 1866, riuscì ad evitare che i forti austriaci venissero demoliti, anzi ne favorì la ristrutturazione in modo che potessero essere usati dall'esercito italiano.

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