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Hellas, Saponara si presenta: «Convinto della mia scelta, lottare per la salvezza mi carica e responsabilizza»

Il nuovo fantasista gialloblù: «Questa piazza mi ha sempre attratto per la sua storia e per il calore dei tifosi. Sento di poter dare il mio contributo, vista la mia esperienza, e voglio dare continuità alle ultime stagioni»

Riccardo Saponara, nuovo fantasista dell'Hellas Verona, è stato presentato ufficialmente nel pomeriggio di ieri, martedì 25 luglio, nella sede del Club gialloblù.

Queste le principali dichiarazioni del giocatore emiliano classe 1991, arrivato a parametro zero dopo l'esperienza alla Fiorentina, riportate sul sito ufficiale della società scaligera:

Perché hai voluto fortemente il Verona? «Sinceramente avevo già avuto modo di parlare con il dcairettore Sogliano nei mesi passati, ed ero a conoscenza della sua stima nei miei confronti. Da quando ho avuto l'opportunità di venire qui ne sono sempre stato convinto, già prima che arrivasse mister Baroni. La piazza mi ha sempre attratto per la sua storia e per il calore dei tifosi. Non ho mai avuto ripensamenti, sono stato deciso fin da subito su questa scelta».

Che momento è della tua carriera? «Ho ritrovato una linfa che stava scemando negli ultimi anni, le ultime due stagioni a Firenze ho avuto le mie soddisfazioni. Sono cresciuto, ho riscoperto la capacità di interpretare un ruolo diverso. Oggi sono consapevole delle mie qualità, e voglio dare continuità alle ultime tre stagioni per dare il mio contributo alla squadra».

Come ti inserisci tatticamente in questo Verona? «Credo che il progetto tecnico del mister possa ricalcare un po' quello dei miei ultimi due anni alla Fiorentina. Mister Baroni conosce le mie caratteristiche: sono un giocatore che può svariare sulla trequarti in tutte le zone. Sarà lui a decidere dove posizionarmi».

Ti senti pronto ad essere uno dei leader di questa squadra? «Non me la sento di definirmi un leader perché credo sia un'etichetta che vada conquistata, se lo diventerò mi sarà riconosciuto dagli altri. Mi sento nella condizione di poter dare il mio contributo, vista la mia esperienza. Il percorso che ho affrontato negli ultimi anni mi ha fatto crescere molto, cercherò di dare una grossa mano a chi mi sta intorno, ai miei compagni».

Che gruppo hai trovato? «Ho trovato un ambiente che non sembra arrivare da una salvezza conquistata a uno spareggio. Un gruppo di giocatori che va forte, che lavora tanto e ha consapevolezza dei propri mezzi. Tanti ragazzi giovani che hanno qualità e che si stanno facendo conoscere con tanta voglia di emergere, con un allenatore capace di guidarci e di far emergere le nostre qualità».

Che bilancio fai della tua carriera? «Positivo perché ho affrontato tante tappe che all'inizio della mia carriera non avrei pensato di dover affrontare. Mi sono tolto tante soddisfazioni, sia nei miei confronti che in quelli della mia famiglia. Ho avuto le mie opportunità, e ognuna di esse mi ha insegnato qualcosa. Forse ho sbagliato in qualche scelta o a volte nella gestione del mio fisico, un fattore che può avermi giocato contro, non mi sono gestito nel migliore dei modi in alcune situazioni per la smania di voler giocare. La cura del mio corpo e dell'aspetto psicologico delle partite è qualcosa che ho imparato nel tempo. C'è chi nasce pronto e chi ci arriva più tardi. Non ho rimpianti, ho fatto il mio percorso di crescita. Oggi sono cresciuto, ho investito su di me, sulla mia persona. Penso di essere in grado di trovare le mie motivazioni da solo, e addirittura mi ritrovo dall'altra parte ad essere io a motivare gli altri».

Sarri è stato il più importante tra i tuoi allenatori? «Ha avuto maggiore incidenza nella mia esplosione, intravide in me qualità che non conoscevo: posizionandomi come trequartista diede vita alla mia carriera in Serie A. Lui e Italiano negli ultimi anni sono stati i due mister con cui ho avuto più feeling e da cui ho estrapolato qualcosa, sia sul campo che fuori. In generale tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa e li ringrazio».

Cosa vuol dire calarsi nuovamente nella lotta salvezza per te? «Mi carica, mi dà entusiasmo e responsabilità allo stesso tempo. Sarà un campionato diverso rispetto ai miei ultimi due, ma negli anni precedenti ho giocato in squadre dove l'obiettivo era quello di salvarsi come lo sarà in questa stagione. Penso di sapere cosa mi aspetta. La stagione scorsa ci farà partire con un'attenzione e un'aspettativa diversa, senza dimenticare che sul campo dovremo avere la nostra identità. Il mister è focalizzato su questo, ha un'idea molto precisa di gioco, e penso che oggi le squadre che hanno l'obiettivo di salvarsi debbano presentare la propria identità in campo».

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