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Referendum del 17 aprile: Sovranità e M5S si schierano a favore del "Sì"

Prosegue la battaglia politica tra le varie fazioni per spronare i cittadini a votare o meno. In questo caso entrambi i partiti si schierano a favore dell'abrogazione della legge che consente le trivellazioni in mare entro le 12 miglia

Si avvicina l'ora del referendum del 17 aprile, quando gli italiani saranno chiamati a decidere se abrogare o meno la legge che consente le trivellazioni in mare entro le 12 miglia della costa. Ecco quindi che le varie fazioni politiche si danno battaglia per difendere le rispettive posizioni sull'argomento. Questo il pensiero dell'Onorevole Mattia Fantinati, del Movimento 5 Stelle. 

Il Movimento 5 Stelle ama il territorio italiano, il mare che lo circonda e per difenderlo domenica voterà SI. È un referendum con una domanda volutamente limitata, perché mette sotto la lente di ingrandimento soltanto quegli impianti piccoli e off shore, situati all'interno delle 12 miglia dalla costa e già operativi.
In ogni caso, il 17 aprile i cittadini saranno chiamati a dare una prima risposta su un tema caro a tutti noi: lo sfruttamento del territorio e soprattutto la scelta di quale futuro volere e immaginare per l'Italia.
In merito alla situazione veneta, emerge con forza il problema della subsidenza, un lento e progressivo abbassamento del fondo, che interessa tutto il litorale, dalla laguna di Venezia al Delta del Po e che, per effetto delle estrazioni, potrebbe portare ad un ulteriore cedimento di questi territori, già colpiti dal fenomeno dell’acqua alta, tale da vederli letteralmente sommersi dal mare. Altro punto estremamente critico, è quello legato al fatto che il Mar Adriatico è un mare chiuso e poco profondo che, in caso di un incidente anche vagamente paragonabile a quello del 2010 nel Golfo del Messico, verrebbe letteralmente devastato. 
Avevamo chiesto tutti - comprese le associazioni ambientaliste - di votare nello stesso giorno delle amministrative. Era indispensabile un election day per portare i cittadini in massa al voto ma il governo non ha mai avallato questa ipotesi. Perché? Perché il Governo non vuole che si raggiunga il quorum, lo ha dimostrato spingendo all’astensione per mesi, per poi, costretto dall’indignazione popolare, cambiare idea ed appoggiare il fronte del no. Ci sono troppi favori e promesse alle lobby in ballo. Lo scandalo Tempa Rossa in Basilicata che ha costretto alle dimissioni dell’ex Ministro Guidi, l’intreccio tra Tecnimont, Total, Gemelli ed il Governo, ne sono la prova.

Anche il Gruppo Sovranità si schiera in favore del "Sì". 

Le trivelle che il referendum del 17 aprile vuole fermare hanno poco a che fare con l'interesse nazionale, la ricerca e lo sviluppo, molto, invece, con gli interessi delle multinazionali che fanno il bello e il cattivo tempo nel Mediterraneo, nelle nostre acque territoriali, a poche miglia dalla costa. Per questo Sovranità Verona si schiera per il Sì al referendum”.
Lo comunica il responsabile provinciale di Sovranità, l'avvocatoRoberto Bussinello, in una nota. “Avallare le trivellazioni – prosegue – avrebbe senso solo se l'intera ricerca fosse gestita da un soggetto nazionale, che garantisse metodi, regole, standard ecologici adeguati e soprattutto gestisse le risorse conseguenti apportando un effettivo beneficio alle popolazioni locali. La gran parte delle compagnie che sono presenti nel nostro mare sono invece imprese private e straniere e le popolazioni locali ne guadagnano unicamente danni ambientali, inquinamento, contrasto alla pesca e al turismo. Per tutti questi motivi, è giusto votare Sì e fermare le trivelle”.

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