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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Tommasi, un anno da sindaco: tra accuse di «estremismo ideologico» e «scarsa radicalità»

Sinistra Italiana «fatica a riconoscere quella radicalità necessaria per voltare pagina», mentre per il centrodestra l'indirizzo dell'amministrazione è quello di rendere Verona «capitale delle città arcobaleno»

È passato un anno dalla vittoria alle elezioni e all'insediamento di Damiano Tommasi come sindaco di Verona. E in tanti hanno tirato un bilancio di questo primo anno in cui il centrosinistra è tornato a governare la città dopo quindici anni di centrodestra. Forti i giudizi negativi espressi dalle opposizioni, mentre dalla maggioranza il sindaco è stato incoraggiato e spronato ad intraprendere una linea di maggior discontinuità dalle passate amministrazioni.

Per Fratelli d'Italia, il primo anno di Tommasi è stato addirittura peggiore di quanto consiglieri e parlamentari veronesi si aspettavano. «Estremismo ideologico, totale inconsistenza amministrativa ed isolamento istituzionale indotto dagli atteggiamenti litigiosi del sindaco», queste le accuse rivolte a Tommasi dal coordinatore provincia di Fratelli d'Italia Verona Ciro Maschio, che traducendo i concetti in gergo calcistico, essendo Tommasi un ex calciatore professionista, ha aggiunto: «Tommasi "allenatore" inadeguato e litigioso, squadra assente e Verona in zona retrocessione». Ed anche per il deputato Marco Padovani, l'azione della nuova giunta di centrosinistra in questo primo anno è stata inefficace. «È passato un anno e i risultati non si vedono - ha detto Padovani - Un sindaco silente e una giunta inconcludente stanno portando la nostra città all'inevitabile deriva».

E l'accusa di «estremismo ideologico» ha a che fare con la vicinanza dell'amministrazione Tommasi nei confronti delle tematiche Lgbtqi+. Accusa rivolta anche dal leghista Nicolò Zavarise, secondo cui «è il chiaro l'indirizzo di questa amministrazione di far diventare Verona la capitale delle città arcobaleno».
Il consigliere comunale della Lega ha accusato di ipocrisia l'assessore Tommaso Ferrari, il quali era contrario all'apertura del fast food Kfc vicino a Piazza Erbe, ma non si è espresso sull'apertura vicino al cortile di Giulietta della pasticceria "sexy" Mr Dick. «E ad aggiunta di ciò è che dopo anni di successi con eventi dedicati a famiglie e bambini, con artisti e professionisti di qualità, il Mura Festival diventa la casa dei gay pride, con buona pace di chi avrebbe solo voluto andare a passare una tranquilla serata senza imposizioni ideologiche di alcuna sorta. Questa amministrazione è priva di qualsiasi genere di contenuti, non ha nulla da proporre e si rivolge esclusivamente ad un pubblico elettorale Lgbt e alla sua comunità».

Per Sinistra Italiana, invece, il primo anno di Damiano Tommasi sindaco non è stato abbastanza radicale. «La cittadinanza ancora fatica a riconoscere quella radicalità necessaria per voltare pagina nell’interesse della collettività - ha fatto sapere il partito che fa parte della coalizione di maggioranza a Verona - In merito ad alcuni dossier che ancora non sono stati aperti (su tutti, l'urbanistica) la città vorrà misurare discontinuità rispetto al passato e cambi di paradigma. Consapevoli che molti nodi fondamentali sono ancora di là da venire, è necessario arrivare attrezzati. Perché battere le destre e non cambiare nulla per continuare politiche passate, è dannoso per tutti in primis nel rispetto del proprio elettorato».
Ecco dunque i consigli a Tommasi da parte di Sinistra Italiana: «Serve riprendere nel metodo e nel merito il lavoro dei tavoli di coalizione. Pensiamo sia utile coinvolgere i coordinatori e i componenti di quei tavoli per un confronto sulla città e per attuare quelle linee di indirizzo. Del resto, la partecipazione è stato uno dei capisaldi e oggi serve allargarla, a partire dai luoghi del decentramento, come le circoscrizioni. Trattandosi di un’istituzione che ha il coinvolgimento della cittadinanza nel suo dna, la sua riforma, senz’altro utile, per definizione non può essere calata dall’alto ma deve partire dall’ascolto delle istanze di base. Partecipazione vuol dire anche rappresentanza delle diverse istanze: per questo non servono premi di maggioranza o presidenzialismi vari. Serve governare la città anche attraverso le società partecipate e le aziende speciali del Comune. In alcuni casi dei segnali alla cittadinanza sono arrivati, ad esempio sulle sofferenze sociali degli inquilini delle case popolari. In molti altri casi, purtroppo, le politiche di indirizzo delle partecipate non c'è stato un evidente e tangibile linea di distacco e la destra continua a rivendicare il pallino, ostacolando (quando non sbeffeggiando) il cambiamento. Serve discutere più a fondo della prospettiva comune con le forze sociali; va data forza alle parole di indirizzo fondamentali in radicale discontinuità col passato su cui costruire la nuova Verona. Spazi pubblici e di tutti, anziché privatizzazioni. Consumo di suolo zero, anziché cemento. Solidarietà e inclusione, anziché sgomberi».

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