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Carcere di Montorio, Bisinella: «Struttura da supportare. Situazione insostenibile»

La consigliera comunale chiede che il Comune si attivi con le altre istituzioni del territorio per creare dei percorsi formativi o lavorativi che favoriscano il reinserimento dei detenuti

Attivarsi insieme alle altre istituzioni locali per creare progetti in grado di occupare proficuamente il tempo dei detenuti nel carcere di Montorio, disinnescando così le crescenti criticità presenti nella struttura detentiva. Questa è la sostanza della mozione presentata dalla consigliera comunale di Fare! Patrizia Bisinella, la quale vorrebbe per la sua proposta una condivisione totale da parte dei colleghi consiglieri, vista la delicatezza del tema.

La mozione, infatti, nasce dai problemi interni al carcere veronese, riportati più volte dalla direttrice, dal garante dei detenuti e dai rappresentanti della polizia penitenziaria. Il provvedimento è stato presentato dalla stessa Bisinella ieri, 27 settembre, insieme al deputato di Forza Italia Flavio Tosi, dal coordinatore cittadino di Fare! Simone Meneghelli, dai consiglieri comunali Antonio Lella e Anna Bertaia e dal responsabile sicurezza di Fare! Claudio Longega.

«Ci segnalano da più parti situazioni insostenibili di gestione dei detenuti all'interno della struttura carceraria, situazioni peraltro che la polizia penitenziaria denuncia, inascoltata, da troppo tempo - ha spiegato Bisinella - Dopo la visita del consiglio comunale dello scorso giugno, oggi non vediamo alcun gesto da parte del Comune. Il nostro obiettivo è invitarlo ad avviare un serio tavolo di lavoro con le altre istituzioni del territorio e le associazioni di categoria perché si individuino strade e strumenti a supporto della struttura, al fine di avviare percorsi di formazione e progetti di lavoro volti al reinserimento dei detenuti. Oggi, infatti, molti detenuti tossicodipendenti o con un passato da dipendenze, addirittura malati psichici gravi, sono lasciati in cella senza fare nulla tutto il giorno, con gravi ripercussioni per il loro stato depressivo e per la sicurezza del luogo».

Con questa mozione, Bisinella chiede dunque al Comune di condividere percorsi con le categorie economico-produttive, con le aziende municipalizzate, come ad esempio Amia, o con altri portatori di interesse in città, per coinvolgere i detenuti di Montorio in attività formative o lavorative per favorirne il reinserimento in società una volta scontata la pena.

«In agosto mi sono recato personalmente a Montorio su richiesta degli agenti penitenziari - ha concluso Tosi - Una volta era maggiore il numero di aziende disponibili a coinvolgere i detenuti. È il Comune che deve fare da mediatore tra le aziende, le categorie e il carcere. L’obiettivo è duplice: evitare che i detenuti trascorrano le giornate senza nulla da fare e quindi vittime di crisi depressive e violente e soprattutto formare in modo costruttivo le persone che, a fine pena, si reinseriranno nella società. Esiste poi il tema della somministrazione di metadone ai detenuti. Il tema non è tanto la mancata somministrazione, bensì la somministrazione che talvolta viene effettuata senza il dovuto controllo per mancanza di personale medico o di sorveglianza. In pratica il detenuto lo riceve in mano, ma non lo assume. Questo comportamento è molto rischioso perché talvolta il detenuto lo rivende agli altri carcerati, alimentando il mercato nero e mettendo a rischio la salute sua e degli altri. Inoltre i malati psichiatrici, anche con problemi delinquenziali, non possono restare in carcere, ma vanno gestiti diversamente. Il sindaco, i parlamentari, la città devono fare quadrato perché ogni giorno di attesa è un giorno in cui suicidi, risse, proteste sono all’ordine del giorno».

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