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Bertucco spacca il Pd veronese: "Voterò NO al referendum costituzionale"

Il politico veronese si schiera contro la linea maggioritaria del suo partito in vista della chiamata alle urne del 4 dicembre, venendo contestato sia dall'Onorevole Rotta che da suoi consiglieri comunali

Ha lanciato la "bomba" in conferenza stampa, poco prima della visita del Premier Renzi alla quale non ha presenziato, creando una spaccatura all'interno del Partito Democratico veronese che ora come ora non sembra sanibile. 
Stiamo parlando di Michele Bertucco, capogruppo del Pd in consiglio comunale, che proprio a Palazzo Barbieri, affiancato da Roberto Fasoli, ha spiegato le proprie ragioni per votare No al prossimo referendum costituzionale, quello che si terrà il 4 dicembre e che è stato promosso proprio dal suo stesso partito. Un referendum di fondamentale importanza per tutta l'Italia, e per il quale Verona è stata scelta come città campione per comprendere gli orientamenti dell'elettorato, che tra l'altro anticipa le prossime elezioni amministrative che riguarderanno il capoluogo scaligero. 
Bertucco, con al suo fianco l'ex consigliere regionale del Pd, ha sostenuto la tesi secondo la quale le riforme costituzionali dovrebbero essere materia del Parlamento e che necessitano di un'ampia partecipazione. Per il Democratico la riforma porterà a nuovi conflitti tra Stato e Regioni, ad un bicameralismo "confuso", con il Senato che ricoprirebbe poi un ruolo di "serie B". Il politico veronese ha poi proseguito affermando che "il sistema degli equilibri e delle garanzie sarà alterato a favore dell'esecutivo" e che sulla legge elettorale in vigore pende la possibile incostituzionalità. Per concludere, Bertucco ha poi fatto riferimento al "clima avvelenato" di questi tempi, non esattamente l'ideale per una riforma così importante e che potrebbe portare a nuove e profonde fratture fra i partiti ma anche al loro interno. 

Il Partito Democratico a tutti i suoi livelli ha sempre considerato legittime le posizioni al suo interno, anche quando molto diverse e variegate tra loro. Così accade a livello nazionale ed ugualmente è avvenuto in questi anni a livello locale.

Tuttavia chi ha incarichi di rappresentanza, quale è il ruolo di capogruppo in Consiglio Comunale, è tenuto a gestire con responsabilità la libertà che il partito gli riconosce, certamente evitando di marcare la sua posizione in contrasto con le indicazioni del partito proprio il giorno della presenza in città del segretario nazionale del proprio partito. E' una questione di stile, rispetto, opportunità.

Chi pensa a vincere le prossime elezioni a Verona, dovrebbe puntare ad unire e non a dividere il PD. Con questo spirito sto lavorando assieme alla grande maggioranza dei nostri militanti.

Non aver coinvolto il gruppo consiliare nella sua scelta di fare la conferenza stampa lo stesso giorno della visita di Renzi, salvo informare della circostanza i consiglieri solo poche ore prima, dà l'impressione, se non la certezza, che lui faccia sempre più fatica a riconoscersi nel partito. Bertucco con questa sua scelta ripercorre una malattia storica della sinistra italiana, facendo precedere l'interesse particolare rispetto all'interesse generale della nostra comunità.

Non ritengo che il partito debba assumere alcun provvedimento nei suoi confronti, ma dispiace molto per questa ulteriore frattura, anche in previsione delle prossime elezioni amministrative. Credo che dovrebbe essere lui ora a fare chiarezza ed uscire dall'ambiguità, confrontandosi con il gruppo consiliare, nel rispetto della loro autonomia, e traendo con coerenza le conseguenze della propria presa di posizione.

Questa la prima reazione arrivata dall'Onorevole veronese del Pd Alessia Rotta, che oltre al contenuto contesta anche i tempi e i modi con i quali si è espresso colui che dovrebbe sfidare il centrodestra alle prossime elezioni amministrative. 
Ma Bertucco viene lasciato solo anche dai proprio consiglieri comunali (Fabio Segattini, Luigi Ugoli, Stefano Vallani, Elisa La Paglia, Eugenio Bertolotti, Damiano Fermo), che in una nota prendono la posizione del partito, dichiarandosi convinti sostenitori del SI al referendum costituzionale. 

I sottoscritti consiglieri comunali del PD, a seguito della notizia riportata sui quotidiani locali relativa alla decisione del proprio capogruppo Michele Bertucco di sostenere il NO al prossimo referendum costituzionale, intendono ribadire che la loro posizione rimane convintamente aderente al SI, scelta seguita dalla netta maggioranza del PARTITO DEMOCRATICO, sia a livello nazionale che a livello locale.

La scelta del capogruppo Bertucco, inopportuna nei tempi, essendo stata manifestata proprio nel giorno della presenza a Verona del segretario nazionale del PD, evidenzia senz'altro una sua diversa visione sull'orizzonte istituzionale che la riforma, fortemente voluta dal PD, intende produrre e di ciò dovrà tener conto lui stesso per il ruolo (di responsabilità e di rappresentanza) che oggi ricopre e nelle sue future scelte d'impegno.

Per quello che ci riguarda siamo certi sia della compattezza del partito locale nel portare avanti con decisione la propria linea per il SI sia dell'unità del gruppo consiliare nel continuare in quest'ultimo scorcio di amministrazione il proprio impegno di opposizione e di proposta costruttiva, aperta al dialogo con qualunque realtà che abbia come discrimine il bene di Verona, con un cambio di verso rispetto al decennio appena trascorso.

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