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Cimice asiatica e Grecia, le prime minacce per le piante e il mercato dei kiwi

Sono stati questi gli argomenti al centro di “Kiwi 2019/2020: difesa della pianta e strategia di mercato”, l'appuntamento annuale organizzato dalla Camera di Commercio per divulgare i dati sulle stime di produzione e commercializzazione

Kiwi, la campagna si apre con prospettive tutte da scoprire con incognite di mercato e fitosanitarie. La Grecia sta diventano un competitor sempre più forte e la cimice marmorata asiatica pare essere arrivata nella fase esponenziale della crescita delle popolazioni.
È quanto emerso nella conferenza “Kiwi 2019/2020: difesa della pianta e strategia di mercato”, appuntamento annuale organizzato dalla Camera di Commercio per divulgare i dati sulle stime di produzione e commercializzazione del kiwi per il 2019 e il 2020, moderato del Dirigente Area Affari Economici dell’ente Riccardo Borghero.
Secondo Elisa Macchi del Cso di Ferrara, «sicuramente non siamo di fronte ad una situazione di eccedenza di produzione, bisogna porre attenzione alla Grecia che denota un livello elevato di produzione come quello dello scorso anno e il periodo di commercializzazione dei Paesi dell’Emisfero meridionale è più limitato: per il Cile le spedizioni in Europa sono già terminate, mentre per la Nuova Zelanda, forte competitor del prodotto italiano, la fine della commercializzazione in Europa è prevista per metà novembre».
La produzione italiana commerciabile di kiwi, tra la varietà verde e la dinamica e sempre più apprezzata varietà gialla, sarà di 371.225 tonnellate in calo del 6% rispetto al 2018. A Verona la produzione stimata è di 22.379 tonnellate, anch’essa in calo del 6%. Il Cso registra un calo delle superfici coltivate di oltre il 10% dovuto prevalentemente all’abbattimento delle piante colpite dalla moria. È stata inoltre segnalata la presenza di danni da grandine, qualche caso di batteriosi (Psa) e la presenza della cimice.
E di cimice si è parlato nella seconda parte dell’incontro dedicata ai progressi nella lotta all’insetto: «Siamo in piena emergenza, per cui servono misure urgenti, come il riconoscimento dello stato di calamità in tutto il Veneto, che può garantire immediati sgravi fiscali e contributivi e la sospensione dei mutui - ha spiegato il componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona, Daniele Salvagno -. Se già adesso ci sono imprenditori che faticano a vedere un futuro per le proprie aziende, il rischio è che le quote di mercato venete siano occupate da merci provenienti da Paesi in cui le regole relative alla lotta agli insetti sono meno restrittive. Per fermare l'invasione della cimici si attende il via libera del ministero dell'Ambiente che deve emanare le linee guida per l’impiego della vespa samurai, nemica naturale dell'insetto».
Secondo Massimiliano Pasini di Agrea, in attesa del controllo biologico con l’introduzione della vespa samurai e la sterilizzazione, tutte attività ancora a livello sperimentale, occorre intervenire con l’impiego delle reti e contemporaneamente il ricorso a cicli di trattamenti pre e post chiusura. Esperimenti in Emilia Romagna sui frutteti di pero hanno dimostrato che la chiusura degli impianti con le reti antigrandine già a fine maggio con due trattamenti prima della chiusura e due dopo ha un’efficacia del 93% rispetto alla coltura scoperta con una decina di trattamenti.

UN NUOVO INCONTRO - E proprio sul tema del flagello della cimice asiatica, si terrà un confronto tra produttori ed istituzioni. L’appuntamento, organizzato da Coldiretti Verona dal titolo “Cimice asiatica, nuova calamità per le imprese agricole”, si terrà venerdì 18 ottobre alle 18.45 a Castagnaro, al Centro Servizi in via Stazione.
I saluti di apertura saranno a cura di Alessandro Montagnoli, consigliere della Regione Veneto; Andrea Trivellato, Sindaco di Castagnaro; Tarcisio de Grandis, presidente Coldiretti Castagnaro e Lucindo Furia, presidente Consorzio Tutela Cavolo dell’Adige. A seguire, interverranno, moderati dal direttore di Coldiretti Verona Giuseppe Ruffini, il presidente regionale e provinciale Daniele Salvagno, Gianluca Fregolent, Direzione Agroambiente, caccia e pesca Regione Venetoe Manuel Beninca’, capo area Ambiente e Territorio Coldiretti Veneto
«Servono risorse finanziarie straordinarie per far fronte ad una vera e propria calamità ma anche una politica europea che vigili sull’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici ed applichi le stesse cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati» è quanto afferma il presidente Daniele Salvagno nel sottolineare che sono stimati in 100 milioni di euro in Veneto, di cui 80 a Verona, i danni causati nel 2018 dalla cimice asiatica al comparto agricolo e che sono destinati a crescere nel 2019. «A livello nazionale si attende urgentemente il via libera del Ministero dell’Ambiente che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai nemica naturale della cimice ma ci vorranno anni prima che la lotta sia efficace», conclude Salvagno nel precisare che è necessario colmare questo arco di tempo con sostegni adeguati, come un congruo sostegno economico all’installazione delle reti anti insetto, per consentire alle aziende agricole di sopravvivere all’assedio del pericoloso insetto.
Al termine dell’incontro si terrà la presentazione del libro celebrativo per il 25° anniversario della Festa Regionale del Cavolo dell’Adige.

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