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Finanziaria, contro i tagli i Comuni tornano all'Ici

Il sottosegretario all'Economia Giorgetti: "Le tasse sulle case verranno gestite in autonomia"

Torna la tassa sugli immobili. Un annuncio che potrebbe lasciare di stucco ma che sembra l'unica soluzione per salvare i Comuni dalla Finanziaria del Governo. Una manovra che non smette di far discutere. Quantomeno non smette di far preoccupare sindaci e assessori al bilancio per i tagli giudicati “incomprensibili” e a sfavore dei Comuni virtuosi. Uno spiraglio però si intravede nelle volontà del ministero dell’Economia: un’ancora di salvezza a cui gli enti locali si potrebbero appigliare partirebbe dalle tassazioni sui beni immobili. “Si sta lavorando su un provvedimento specifico per la costituzione di una nuova imposta immobiliare unica per i Comuni che dovrebbe accorpare la vecchia Ici, e quella che erano le imposte di registro, per dare la possibilità alle amministrazioni di avere un’entrata propria”. Con queste parole, il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, interviene a margine della celebrazione del 260esimo anniversario della Guardia Di Finanza al Circolo Ufficiali “Castelvecchio” di Verona. Un sospiro di sollievo per le amministrazioni comunali, che potrebbe lasciar spazio ad alcuni dubbi sulla decisione del Governo di abolire l’Ici.

Un eventuale passo indietro per venire incontro alle esigenze delle autonomie locali che, attualmente, è ancora allo stato embrionale ma su cui lo Stato “con buona probabilità, entrerà per la prima volta con una compartecipazione minore ad un tributo locale”. Precisa Giorgetti: “Tutto ciò darà modo ai Comuni di avere un’aliquota specifica su cui intervenire e quindi determinare minori e maggiori entrate. Potrebbe essere oggi un elemento importante per uscire dalle ‘secche’ di questo confronto tra i Comuni e il Governo”.

Una formula “diversa” per le risorse, nelle parole del sottosegretario, che non graverà con altre tasse sui cittadini ma che sarà sostitutiva con una possibilità di giocare una parte di aliquota “in varianza della pressione fiscale”. “Sappiamo che la protesta delle Regioni è forte come del resto è quella proveninete da altri comparti- conclude Giorgetti- ma stiamo lavorando per determinare soluzioni alternative e continuare il confronto per arrivare ad una sintesi valida”.

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