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Il Consiglio generale di Fondazione Cariverona approva l’ultimo bilancio del mandato del presidente Mazzucco

Numeri in crescita e ruolo sempre più dinamico per guidare lo sviluppo dei territori: «Un patrimonio solido e diversificato per costruire un futuro fondato su ambiente, capitale umano e innovazione sociale» 

«Attivo finanziario a oltre 1,9 miliardi di euro (+19% rispetto al 2022), avanzo di esercizio a 35,34 milioni di euro (+66%) e 31,1 milioni di euro deliberati (+22%) a sostegno di 216 progetti (+12%) per lo sviluppo dei territori». Il secondo e ultimo mandato del presidente uscente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco si chiude con un bilancio 2023 estremamente positivo, dal quale emerge «un patrimonio solido, diversificato e in crescita destinato a produrre ricavi e, di conseguenza, erogazioni maggiori anche nel medio-lungo periodo». 

«Il documento, - si legge in una nota di Fondazione Cariverona - approvato dal Consiglio generale nella seduta di venerdì 15 marzo, dimostra ancora una volta il valore della strategia d’azione portata avanti nel corso degli ultimi otto anni. Un tempo durante il quale la Fondazione ha cambiato in parte pelle, interpretando un ruolo sempre più innovativo per rispondere con maggior efficacia alle sfide dei territori: non solo ente erogatore, quindi, ma vero e proprio motore di sviluppo per accompagnare le comunità in percorsi di crescita delle competenze, attraverso la costruzione di alleanze, la sperimentazione di nuove idee e la condivisione di buone pratiche. Dalle pagine del bilancio 2023 traspare l’identità dinamica di una realtà in costante evoluzione, impegnata a dare il proprio contribuito per la costruzione di un futuro fondato sulla tutela dell’ambiente, la valorizzazione del capitale umano e l’innovazione sociale, obiettivi strategici necessari per rilanciare la crescita sostenibile dei territori». 

Presidente Fondazione Cariverona Bruno Giordano : foto ufficio stampa Fondazione Cariverona

Da Fondazione Cariverona sottolineano quindi che «in un anno caratterizzato da economie più reattive rispetto alle attese e da mercati generalmente positivi, l’attivo finanziario di Fondazione a prezzi di mercato è arrivato a quota 1,932 miliardi di euro, facendo segnare un +19% rispetto al 2022 (il dato aggiornato a oggi arriverebbe a oltre 2,1 miliardi di euro)». A crescere sono state «tutte le componenti e, in particolare, il titolo UniCredit». Nel corso del 2023, i diversi proventi ottenuti sono stati «progressivamente reinvestiti per avvicinare la composizione di portafoglio all’obiettivo di una nuova asset allocation strategica caratterizzata da 50% mercato azionario globale, 30% mercato obbligazionario globale e 20% mercati privati». 

La politica di diversificazione, perseguita con decisione dal Consiglio di amministrazione nel corso degli ultimi anni, ha permesso quindi di «ridurre ulteriormente la concentrazione di rischio su singole posizioni, allo stesso tempo stabilizzando e accrescendo il patrimonio, i ricavi e quindi le potenziali erogazioni della Fondazione anche per il medio-lungo termine». Entrando nel dettaglio della gestione economica, i ricavi netti hanno toccato «quota 47,48 milioni di euro (+42%)». Sono rimasti invece «sostanzialmente invariati i costi, pari a circa 12,14 milioni di euro». Complessivamente l’avanzo di esercizio arriva quindi a «35,34 milioni di euro (+66%)», mentre il patrimonio netto contabile chiude a «1,272 miliardi di euro (+2,5%)».

Sul piano immobiliare, spiegano sempre da Fondazione Cariverona, è «continuata l’attività di valorizzazione del patrimonio a Verona attraverso i processi di vendita portati avanti con la sottoscrizione degli atti preliminari per Palazzo Forti (porzione residenziale e commerciale), Palazzo Ottolini in Piazza Bra e con il rogito per l’immobile di Piazza Pradaval 10». Sono stati inoltre «ceduti gli edifici in via Polveriera Vecchia 2 (sede della Croce Verde) e in Via Vittorio Veneto a Isola della Scala (destinazione housing)». Da segnalare anche «il subentro della società di gestione DeA Capital Real Estate Sgr alla precedente Patrizia Real Estate Sgr».

Tra le principali partecipazioni locali non quotate, la Fondazione «detiene il 24,08% di Veronafiere, il 3,64% di Veronamercato, lo 0,14% dell’A4 Holding, oltre al 100% della società strumentale Teatro Ristori Srl». Negli ultimi mesi dell’anno, è stata «ricevuta e accettata un’offerta di acquisto della quota detenuta nella società Aeroporto Valerio Catullo Spa (2,27%)». La partecipazione è stata «dismessa nel corso del 2024». Sempre nel 2023, è stata «accettata una proposta di investimento nella nuova società Nord Est Multimedia Spa attiva nel settore dell’editoria (1% circa)».

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