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Cronaca Ponte Crencano / Via Camillo Cesare Bresciani

Violenza «squadrista» alla Festa in Rosso: la condanna della politica e le avvisaglie dei giorni precedenti

Se dalla politica veronese si alza un coro di condanna per l'aggressione che si è consumata a Quinzano tra lunedì e martedì, in una nota Fiorenzo Fasoli ha sottolineato che nelle sere precedenti altre azioni sarebbero state perpetrate a danno della manifestazione

L'assalto con petardi a bastoni che nella notte tra lunedì e martedì si è consumato ai danni della  “Festa in Rosso – Festa del partito della rifondazione comunista”, storica manifestazione che si svolge a Quinzano, nell'area verde limitrofa alle piscine Santini, sarebbe stato l'ultimo di una serie di azioni volte a danneggiare la festa in questione e i suoi partecipanti. 
Presente ai fatti Fiorenzo Fasoli, di Rifondazione comunista, in una nota ha spiegato che già nella tarda serata di venerdì 14 luglio i toni si erano alzati, quando, a festa oramai conclusa, un gruppo di giovani avrebbe cercato di superare il cancello di via Villa già chiuso, con il servizio di vigilanza che li avrebbe fatti "desistere" e questi che se ne sarebbero andati portandosi via una bandiera issata sul cancello. Nella notte tra sabato e domenica, un petardo è caduto a poca distanza da uno stand «con un botto ed una vampata di fuoco per fortuna senza ulteriori danni», con i resti che sono stati recuperati il mattino seguente dalle forze dell'ordine.
Domenica sera, sempre verso mezzanotte, appena fuori dal recinto «prima scoppia un grosso e rumoroso petardo e poi da una macchina bianca, che si era fatta notare per i ripetuti passaggi davanti alla festa, vengono lanciate due bottigliette di vetro contro l'ingresso di via Bresciani». Inoltre, alcuni manifesti affissi sulla recinzione della festa sarebbero stati fatti sparire e quelli vicino alla rotonda di Quinzano imbrattati da vernice nera. «Al loro fianco, compare una scritta con simbolo inequivocabile», racconta sempre Fasoli in una nota. «Per fortuna sono fatti che, almeno fino ad ora, non hanno condizionato lo svolgimento della festa che procede regolarmente come previsto dal programma». Ma «la chiara connotazione politica di aggressione fascista, non può passare inosservata. Segnaliamo i fatti con ferma determinazione a non lasciarci condizionare e respingendo ogni provocazione». 

L'episodio ha trovato le reazioni del mondo della politica, partendi dall'assessora alla Sicurezza del Comune di Verona, Stefania Zivelonghi, che ha stigmatizzato il fatto: «Questi fatti non dovrebbero mai succedere in nessuna città. Di questo episodio sono stata informata nelle prime ore del mattino direttamente dal Questore. Un fatto grave perché va a colpire la serenità di eventi che sono sempre stati tali, a cui partecipano famiglie e cittadini che hanno dovuto assistere a questo episodio. Tra l’altro aggravato dal fatto che coloro che l’hanno commesso, immediatamente identificati, risultano essere gli stessi protagonisti all’assalto ai tifosi del Marocco, quindi l’attenzione è massima su questo genere di azioni. Quanto accaduto deve far tener alta l’allerta e l’attenzione per il contrasto a questo genere di azioni. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che la città, intesa come Amministrazione e forze dell’ordine, contrasta con coesione ogni forma di illegalità. L’obiettivo nostro è di rendere Verona il più possibile sicura e dove possono convivere serenamente tutti i cittadini nel rispetto reciproco».

«A nome del Partito Democratico esprimo solidarietà e vicinanza alla comunità politica di Rifondazione comunista per la vile aggressione subita da estremisti di destra durante lo svolgimento della propria festa a Quinzano di Verona. È un episodio inquietante e se alcuni dei fermati sono gli stessi, come si apprende dai media, che si erano resi responsabili dell'aggressione di cittadini di origine marocchina che festeggiavano la vittoria della propria nazionale durante gli ultimi mondiali di calcio allora ci sono tanti elementi da chiarire. Serve un patto di tutte le forze politiche per contrastare e mettere al bando estremismi che praticano violenza e possono innescare un pericoloso cortocircuito». Ha detto il segretario regionale del PD veneto, Andrea Martella, cui sono seguite le parole del segretario provinciale Franco Bonfante e della segretaria cittadina Alessia Rotta: «Si tratta di azioni vili e deplorevoli da condannare fermamente ma anche da indagare a fondo nei loro possibili collegamenti con le altre manifestazioni di intolleranza politica o discriminazione xenefoba verificatesi in città negli ultimi mesi ed anni. Questo delle aggressioni a sfondo politico o razziale è un aspetto di insicurezza cittadina che va affrontato a mente fredda, senza proclami ma con la massima determinazione al fine di sterilizzare la radice violenta di questi gruppi che usano l’aggressività come metodo di azione politica. A livello politico, come PD veronese rilanciamo la proposta del segretario regionale Andrea Martella per un patto tra le forze politiche democratiche finalizzato a contrastare e mettere al bando gli estremismi che praticano violenza e possono creare un cortocircuito pericoloso». 

Condanna «senza mezzi termini» arriva anche dal movimento Traguardi per «questo gesto squallido e premeditato di violenza squadrista e ci appelliamo a una mobilitazione generale della politica affinché episodi di chiara intolleranza non vengano derubricati a semplice goliardia, com'è accaduto spesso in passato nella nostra città. La libertà di pensiero è un pilastro della società democratica, ma non può esistere giustificazione per chi pensa di esprimere le proprie idee con la violenza. Al contrario, le occasioni di confronto e di dibattito vanno incoraggiate sempre di più, poiché contribuiscono a combattere l'intolleranza aggressiva, la paura e la faziosità»

«Siamo sconcertati di fronte all'ennesimo episodio di violenza a Verona. La comunità di Italia Viva condanna con fermezza questa aggressione da parte di noti estremisti di destra e ogni atto di violenza politica. Da parte nostra, la totale solidarietà alle persone vittime dell'aggressione, a Rifondazione comunista e ai volontari della Festa in rosso nella speranza che non si sentano scoraggiati a proporre momenti di dibattito e di confronto culturale, di cui la città ha bisogno. Ringraziamo le forze dell'ordine, che sono intervenute con tempestività e hanno identificato gli aggressori», hanno detto il coordinatore regionale Davide Bendinelli e la segretaria provinciale Valeria Pernice.

Luca Perini, di Sinistra Italiana Verona, e Marco Pasquale, per Sinistra Italiana Veneto, affermano che «un attacco squadrista in piena regola con spranghe e petardi che ha causato il ferimento di tre persone. Gli autori di tali aggressioni, riconducibili alla stessa matrice fascista che mesi fa aggredì delle famiglie inermi in pieno centro storico mentre festeggiavano la propria squadra d'origine». Per i due esponenti di SI, «Verona negli ultimi 15 anni è stata un laboratorio della destra, sperimentando in anticipo una piattaforma politica ed alleanze oggi riprodotte da chi governa questo paese. A Verona, purtroppo, per troppi anni ha dettato legge una politica cementata nell'intolleranza e nell'odio, con movimenti neo-fascisti direttamente presenti nelle stanze del potere cittadino ed apripista, insieme ai loro alleati, di campagne contro chiunque esprimesse una diversità. Il modus di quella Verona nera e violenta, oggi finalmente fuori da Palazzo Barbieri, di tanto in tanto riemerge dalle fogne e si esprime nell'unico modo che conosce: attaccando una festa di un partito oggi, aggredendo una famiglia sei mesi fa, ammazzando in pieno centro storico, come fu con Nicola Tommasoli. Pensano di essere liberi di farlo perché per molti anni lo sono stati, nei fatti, considerati parte funzionale del potere.
Molte volte queste aggressioni a Verona sono state trattate al rango di "risse" senza curarsi della legge Mancino e dell'ipotesi che siano causate da vere e proprie associazioni a delinquere, con finalità di discriminazione. A tutti gli organi istituzionali, tra cui Prefettura, Questura, Procura e Comune, chiediamo, ognuno nel proprio ruolo, un impegno concreto affinché si facciano promotori della fondamentale istanza di scioglimento immediato di tutte le organizzazioni neofasciste, applicando finalmente la legge».

Solidarietà è stata espressa anche da +Europa Verona, con Raffaele Ladu e Giorgio Pasetto che non hanno mancato di sottolineare: «La lotta politica non deve mai diventare lotta violenta. Questo lo dobbiamo riaffermare ad un secolo dall’inizio del regime fascista, preparato dalle aggressioni impunite delle camicie nere, ed a novantanove anni dal delitto Matteotti, di cui fu vittima un deputato nato nella nostra regione, a Fratta Polesine».

«Buona Destra esprime solidarietà convinta e piena agli attivisti e militanti aggrediti alla Festa in Rosso». Ha sottolinearo il coordinatore provinciale Massimiliano Urbano, che ha aggiunto: «Sempre quando avvengono questi episodi da più parti s'interviene per stigmatizzare l'accaduto ma si sottolinea troppo poco un aspetto: se questi eventi si verificano è perché nella nostra città c'è terreno fertile. A Verona purtroppo storicamente gli estremisti di destra si sentono, da sempre, quasi legittimati, si comportano come se percepissero di avere le mani libere e fanno accadere di tutto. Sono infatti sempre vicende di matrice comune tutte inequivocabilmente riconducibili a deprecabili rigurgiti neofascisti. È necessario che tutte le anime più evolute, democratiche e liberali della nostra città facciano sentire forte e chiara la propria voce di condanna. Urge imprimere un'energica svolta e finalmente iniziare un percorso di vero rinnovamento culturale che rimoduli la scala dei principi e dei valori. Si liberi la città dalle retrograde entità che storicamente vi si annidano». 

Vicinanza alla manifestazione anche da Cgil Verona, dal Circolo Pink e da Mao Valpiana, di Movimento Nonviolento, che sottolinea: «Chi si presenta con volto mascherato e bastoni, non ha nessuna legittimità politica, non può essere riconosciuto come parte della comunità cittadina. Teppisti, mentecatti, provocatori, idolatri della ideologia della prevaricazione e della violenza. Le forze dell'ordine e tutte le forze politiche devono garantire l'agibilità politica a chiunque. Verona non può tollerare che squadracce girino impunite. Oguno ha il diritto di esprimere le proprie idee, di ritrovarsi in spazi pubblici, di esporre le proprie bandiere. Il limite è costituito solo dai confini tracciati dalla nostra Costituzione, repubblicana, democratica e antifascista. Respingere con fermezza e serenità tali aggressioni, è un dovere di ogni democratico, senza correre il rischio di cadere nella giustizia fai da te. Ci appelliamo al Questore e alle forze dell'ordine, polizia, carabinieri, vigili, affinchè ogni cittadino si senta libero e tutelato nell'espressione del proprio credo politico».

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