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Cronaca Porto San Pancrazio / Viale Stazione Porta Vescovo

Verona, derubano una ragazza sul treno e fuggono alla fermata: dopo 20 minuti sono in manette

Una giovane in viaggio sul regionale in direzione Verona, era stata avvicinata da due uomini all’altezza della stazione di San Bonifacio. Con un gesto repentino erano riusciti a mettere le mani nella sua borsa

Intervento lampo della polizia in stazione. Nel giro di 20 minuti dalla segnalazione sono riusciti a prendere i due ladri che poco prima avevano preso di mira una ragazza. È successo giovedì mattina, intorno alle 9e25, quando una giovane, in viaggio sul treno regionale 2086 in direzione Verona, all’altezza della stazione di San Bonifacio, era stata avvicinata da due uomini. Questi, con un gesto repentino, sono riusciti a sfilarle l’iPhone dalla borsa ed erano scesi alla prima stazione disponibile, quella di Porta Vescovo, per darsi così alla fuga.

La ragazza, poi accortasi del furto, giunta a Verona Porta Nuova dopo dieci minuti circa, si era rivolta ad una pattuglia di agenti della polizia ferroviaria raccontando quanto accaduto e fornendo una descrizione particolareggiata dei presunti autori del furto. Alle 9e50 i due agenti hanno raggiunto Porta Vescovo e perlustrato a fondo tutta la zona finché, accanto al sottopasso noto come il “Buso del gato”, che collega Borgo Venezia a Porto San Pancrazio, hanno riconosciuto i due individui: uno indossava una camicia e un berretto da baseball, mentre l’altro portava un marsupio verde e blu e mostrava delle vistose cicatrici sull’avambraccio. Immediatamente i poliziotti hanno fermato e perquisito i due uomini trovando lo smartphone rubato. Dichiarati in arresto per furto, sono stati condotti negli uffici della Polfer a Porta Nuova, e identificati come un 44enne italiano e un kosovaro di 28 anni, quest’ultimo già conosciuto agli uomini della Polfer per precedenti specifici.

Nel giudizio per direttissima è stato convalidato l’arresto e disposto il rinvio del processo. Il giudice ha disposto la rimessione in libertà per l’italiano mentre per il kosovaro è stato previsto l’obbligo di firma nel comune di residenza, Padova.

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