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Cronaca San Massimo / Via Beniamino Romagnoli

Due tragedie in famiglia a colpi di coltello nei quartieri San Massimo e Golosine

Nel primo episodio una donna di 82 anni ha accoltellato il compagno di una vita nella loro casa. Nell'altro un padre di famiglia ha cercato di uccidere la moglie allettata e il figlio autistico

Due interventi dei Carabinieri di Verona domenica mattina, 6 marzo, per due casi incredibilmente ravvicinati nel tempo e non troppo distanti nello spazio nelle modalità. La prima chiamata ha visto i militari intervenire insieme al 118 nel quartiere San Massimo, dove una donna di 82 anni aveva ferito alla gola il marito di 84 anni. Successivamente la richiesta di un secondo intervento nel quartiere Golosine dove un uomo, operaio in pensione di 64 anni, aveva ucciso la moglie, accoltellato il figlio autistico e poi aveva cercato di togliersi la vita sempre a colpi di coltello. 

Il primo fatto, quello avvenuto a San Massimo, è quello che sembra al momento il più inspiegabile. Non ci sono apparenti motivi percepibili dall'esterno. C'è una donna di 82 anni, iniziali V.Z., che ha lacerato la gola del marito di 84, iniziali O.G.. L'uomo era allettato a causa di un ictus e i due viveno nella stessa palazziana dei figli e con i nipoti poco distanti. Il contesto famigliare dunque non è problematico, gli anziani sono seguiti e aiutati dai parenti. Ed è questo che rende il fatto enigmatico. La donna dopo aver tentato di uccidere il marito ha chiamato la nuora ed è da lei che i Carabinieri sono allertati e da lei ricevono le uniche informazioni. L'82enne infatti è sotto shock, non parla e per lei è stato necessario il ricovero in psichiatria all'ospedale di Borgo Roma. Si sa che ha usato un coltello da cucina di circa 24 centimetri. E si sa che l'uomo non è più in pericolo di vita. Con un'operazione i medici lo hanno salvato, anche se il taglio inferto dalla moglie non era particolarmente grave.

Mentre i militari erano impegnati a San Massimo è arrivata una seconda chiamata. Un caso simile, ma più grave, avvenuto sempre in un contesto familiare, domestico, nel quartiere Golosine. La chiamata era arrivata da un uomo che ha raccontato un altro fatto di sangue: il fratello, G.R., ha ucciso la moglie e il figlio prima di tentare il suicidio. Ha usato due coltelli da cucina con lame di circa 30 centimetri. I militari si sono recati sul posto ed è stato l'uomo stesso ad aprirgli. Aveva ferite profonde al ventre, la casa era piena di sangue. Il 64enne ha confermato tutto. Sul tavolo ha lasciato anche un biglietto dove chiede scusa per il gesto e chiede che il suo corpo e quello dei suoi cari vengano cremati. Secondo le ricostruzioni della scientifica, l'uomo avrebbe prima accoltellato due volte, al petto e al ventre, il figlio di 36 anni, iniziali D.R., disabile perché autistico anche se abbastanza autonomo. Dopo si è recato nella sua camera da letto, dove in un letto medicale giaceva la moglie, vittima di un ictus. L'uomo ha accoltellato anche lei e poi ha cercato di farla finiti ferendosi più volte al ventre. Pensava di averli uccisi entrambi ma si sbagliava. I soccorsi hanno cercato di salvare la moglie, ma senza riuscirci, mentre invece sono riusciti a salvare il figlio che dopo un delicato intervento è stato dichiarato fuori pericolo. Anche l'uomo è stato sottoposto ad un intervento ed è stato salvato. Ora dovrà rispondere delle accuse di omicidio e tentato omicidio. Questo caso, rispetto a quello di San Massimo, risulta essere più chiaro agli inquirenti. L'uomo pare non sia stato in grado di reggere la situazione. Pare infatti che prima le cure al figlio gravassero di più sulle spalle della donna, ma dopo l'ictus, l'onere si è spostato tutto sul marito che doveva prendersi cura della donna e del figlio e non ha retto.

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