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Cronaca San Michele / Via San Michele

«Sventato un nuovo suicidio nel carcere di Montorio all'ultimo dell'anno»

La denuncia arriva dall'associazione Sbarre di Zucchero, che punta il dito sulle differenti condizioni di detenzione cui sarebbero sottoposti i detenuti della casa circondariale di Verona

«L’anno 2023 si è appena concluso con una tragica conta dei detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane, ben 68 secondo il dossier “Morire di carcere” di Ristretti Orizzonti; e proprio l’ultimo giorno dell’anno, mentre il mondo libero si preparava a festeggiare l’arrivo del nuovo anno, abbiamo avuto notizia, da fonte certa, di un tentativo di suicidio, sventato dal pronto intervento dei compagni di cella, nel carcere di Montorio, Verona.
Sì, sempre ed ancora Montorio, l’istituto nel quale si sono suicidati 3 ragazzi in meno di un mese tra il novembre ed il dicembre scorso, ma che è balzato agli onori delle cronache solo ed esclusivamente per l’azzardata decisione di detenere in questo carcere, già martoriato da croniche problematiche, Filippo Turetta». È l'associazione Sbarre di Zucchero a dare notizia dell'ultimo episodio che sarebbe avvenuto nella casa circondariale veronese, con una nota firmata da Monica Bizaj, Micaela Tosato e Marco Costantini. 

L'associazione denuncia le differenze che esisterebbero all'interno del carcere: «La linea di Sbarre di Zucchero sulla presenza di Turetta è stata chiara dall’inizio, dopo aver reso noto il malumore che aleggiava tra detenuti, parenti ed avvocati per il trambusto causato dalla massiccia presenza dei mass media nei pressi dell’ingresso, abbiamo scelto il silenzio ma, di fronte alla perdita di queste giovani vite (Farhady Mortaza, 30 anni, in cella da solo per problemi psichiatrici, Giovanni Polin, 34 anni, Oussama Sadek, 30 anni, anche lui isolato, in cella da solo nonostante precedenti atti di autolesionismo, a 3 mesi dal fine pena) non possiamo tacere sul differente trattamento detentivo.
Nel carcere di Verona c’è chi può trascorrere il tempo giocando con la PlayStation e c’è chi viene abbandonato in una cella di isolamento, con le mure imbrattate di escrementi ed allora vogliamo capire perché esistano dei privilegi, perché un diritto se non è per tutti diventa un privilegio a tutti gli effetti e noi non possiamo e non vogliamo far finta di nulla».

La nota si conclude con un ultima considerazione sul penitenziario veronese: «In un carcere dove manca praticamente tutto – occasioni lavorative, assistenza medica, con abuso di somministrazione di psicofarmaci, situazione igienico-sanitaria al limite dell’abitabilità, con celle insalubri, dove la doccia è presente in cella solo in due sezioni – c’è una sezione con a disposizione la consolle dei videogiochi, mentre in tutte le altre sezioni regna il nulla più disperato, tanto disperato da portare al suicidio.
Nel mentre le famiglie dei ragazzi che si sono suicidati stanno ricevendo la notifica ufficiale dell’apertura di un’indagine da parte della Procura, noi continueremo a denunciare privilegi e mancanze di un Istituto che pare totalmente indifferente a quanto andiamo denunciando da tempo senza ottenere risposte».

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