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Cronaca Centro storico / Via dello Zappatore

Spararono ad un cane dentro il recinto, uccidendolo: due cacciatori a processo

Quattro anni fa uccisero Lilo, un labrador nero di 40 chili, con un colpo di fucile mentre si trovava all'interno del suo recinto, nella proprietà dei suoi padroni

Quattro anni fa Lilo, un labrador nero di 40 chili, venne colpito da una rosa di pallini mentre difendeva abbaiando una proprietà di San Zeno di Montagna, e da allora i suoi padroni attendono che giustizia sia fatta. Ora, i due proprietari del cane, hanno una data, quella del 22 settembre durante la quale si terrà l'udienza filtro del procedimento contro G.T., classe 1980 di Caprino e M.B., classe 1961 di Costermano. I due sono stati rinviati a giudizio dal Gip Guido Taramelli perché "in concorso tra loro, senza necessità, uccidevano con un colpo di fucile il Labrador Lilo, il 16 ottobre 2011", come riporta il quotidiano L'Arena. 
I due cacciatori vennero identificati dai carabinieri di Torri, ma nell'aprile del 2012 il pubblico ministero Paolo Sachar, chiese l'archiviazione del caso. Il 27 dello stesso mese, il legale della famiglia proprietaria dell'animale presentò l'atto di opposizione: un documento di nove pagine dove veniva spiegato come la morte del povero cane non poteva essere considerata un incidente di caccia, dal momento che il colpo mortale che lo raggiunse venne esploso da distanza ravvicinata, mentre l'animale si trovava peraltro all'interno del proprio recinto. 
Così il 28 novembre 2013, il gip Rita Caccamo ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pm., disponendo che "entro dieci giorni formuli l'imputazione nei confronti dei due cacciatori", come si legge su L'Arena. 
Di giorni ne sono passati decisamente di più e il 28 maggio scorso infatti il gip Taramelli ha firmato il decreto di citazione a giudizio a seguito di opposizione dei due cacciatori. Il gip Caccamo ha scritto nell'ordinanza: "Il cane pesava 40 kg e quindi difficilmente poteva essere scambiato per selvaggina. Inoltre è stato ucciso con un colpo di fucile, sparato a distanza ravvicinata, mentre si trovava all'interno della recinzione della proprietà dei suoi padroni". 
Oltre a verbali dei carabinieri e testimonianze, non è di certo d'aiuto ai due cacciatori il fatto che uno di loro mise in vendita tutte le sue armi, in particolare due fucili a canna sovrapposta calibro 12, sei giorni dopo la morte del povero Lilo. 

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