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Sanità, raffica di scioperi a luglio: ripercussioni anche a Verona

Personale in agitazione da lunedì 22 luglio, quando tutti i 115 mila medici e veterinari dipendenti del Servizio sanitario nazionale appenderanno il camice al chiodo per 4 ore, insieme ai 20 mila dirigenti sanitari

Colpiranno sicuramente anche Verona le agitazioni previste a luglio in campo sanitario. Si profila infatti un luglio "caldo" per la Sanità pubblica che si prepara ad una raffica di scioperi per protestare contro i continui tagli e la poca considerazione della dignità professionale, cui fa da contraltare un contenzioso diventato ormai "insostenibile". I primi ad incrociare le braccia sono stati i circa settemila ortopedici italiani, che hanno proclamato uno stop di 24 ore qualche giorno fa: duemila gli interventi programmati che sono saltati, oltre a migliaia di visite ambulatoriali. Uno dei motivi principali che ha portato gli ortopedici a scegliere la via estrema dello sciopero è la questione della responsabilità professionale (che porta con sé il peso ormai "abnorme" della medicina difensiva).

La stessa strada era stata percorsa all'inizio dell'anno dai ginecologi, ma "purtroppo non ha portato risultati", ha detto Michele Saccomanno, ex senatore Pdl e presidente del sindacato degli ortopedici che ha proclamato lo sciopero. Saccomanno ha ricordato che "entro il 30 giugno doveva essere emanato il dpr" con le nuove regole assicurative, come previsto dal decreto Balduzzi, ma "non è stato fatto nulla e il governo, compreso il ministro Lorenzin, si è dimostrato inspiegabilmente sordo e silente. Ci siamo sentiti abbandonati e siamo pronti, se non succederà nulla, anche ad altre azioni eclatanti". Il calendario delle agitazioni proseguirà poi lunedì 22 luglio, quando tutti i 115 mila medici e veterinari dipendenti del Servizio sanitario nazionale appenderanno il camice al chiodo per 4 ore, insieme ai 20 mila dirigenti sanitari, amministrativi, tecnici e professionali del Ssn.

Anche in questa occasione salteranno tutte le attività programmate dalle 8 alle 12 (garantite solo le urgenze) non solo per l'attività ospedaliera, ma anche veterinaria (ad esempio le macellazioni animali). Il "grido di dolore" di chi lavora nella sanità pubblica arriva "davanti al collasso del servizio sanitario" dovuto, come spiegava nei giorni scorsi una dura nota dell' intersindacale, alla "drastica riduzione della qualità e della quantità delle prestazioni erogate ai cittadini italiani, ai conflitti istituzionali, alla mortificazione e penalizzazione dei professionisti". Turn over bloccato, turni massacranti. E giovani condannati al "precariato stabile". Oltre al contestatissimo blocco del rinnovo del contratto, fermo al 2009: "contratto subito" sarà infatti uno degli slogan della protesta, nel tentativo di scongiurare la proroga del blocco a tutto il 2014.

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