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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Referendum costituzionale, il giorno del voto per 684.539 veronesi

Si vota oggi e soltanto oggi dalle 7 alle 23. Per votare è necessario recarsi alla propria sezione elettorale con la tessera elettorale e un documento di identità validi

4 dicembre 2016, l'Italia decide. E quindi decidono anche i veronesi. È arrivato il giorno del referendum e alcuni hanno commentato con un finalmente. Finalmente si vota, perché le campagne a sostegno del Sì o del No sono state a volte anche fastidiose. Ma anche finalmente si vota perché quando si è convinti delle proprie idee non si vede l'ora di esprimerle e di inserirle all'interno dell'urna.

QUANDO. Si vota oggi e soltanto oggi dalle 7 alle 23.

CHI E COME. Possono votare tutti i cittadini italiani aventi diritto. Per votare è necessario recarsi alla propria sezione elettorale con la tessera elettorale e un documento di identità validi. L'indirizzo della propria sezione è riportato sulla tessera elettorale. Nella provincia di Verona le sezioni sono 859, suddivise nei 98 comuni del territorio. Mentre il numero dei votanti veronesi è 684.539.

QUORUM. A differenza di altri referendum, quello di oggi è di tipo confermativo. Questo significa che sarà valido indipendentemente dal numero dei votanti. Il quorum del 50%+1 non si applica.

SU COSA. Quando ci troveremo da soli davanti alla scheda elettorale troveremo scritto su di essa: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione" approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 88 del 15 aprile 2016?". Sotto due scelte: Sì e No. Chi vuole approvare la riforma deve barrare la casella Sì. Chi non la vuole approvare deve barrare la casella No.

Superamento del bicameralismo paritario significa che la Camera e il Senato non avranno più le stesse funzioni e gli stessi poteri. La Camera diventerà il ramo principale del Parlamento, mentre il Senato diventerà un ente di secondo livello e cioè composto da eletti in altri enti (Regioni o Comuni) che avranno quindi anche il compito di rappresentare i propri territori anche in Senato, non percependo però alcun compenso aggiuntivo. Si riduce il numero dei parlamentari perché i senatori passano da 315 a 100. Si contengono i costi di funzionamento delle istituzioni perché per i senatori non è previsto compenso e anche quello dei consiglieri regionali verrà equiparato al compenso del sindaco del capoluogo di regione. Le province vengono tolte dalla Costituzione e cambiano i rapporti tra Stato centrale e Regioni, con lo Stato che si riappropria di alcune competenze.

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