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Cronaca Santa Lucia e Golosine / Via Golosine

Fermata dalla polizia: la "pendolare del furto" deve scontare 17 anni di carcere

Le volanti l'hanno fermata insieme ad altre due nomadi in via Golosine e dopo un primo controllo, hanno deciso di condurne due in questura, dove gli accertamenti hanno portato alla luce i provvedimenti a carico della donna

Dovrà scontare oltre 17 anni di carcere una delle tre nomadi fermate dalle Volanti nella mattinata di venerdì nel quartiere Golosine, a Verona. 
I precedenti di polizia e giudiziari della rom arrestata infatti, raccontano che sono numerosi gli epidosi di furti, consumati o tentati, per lo più in abitazione, messi a segno dalla stessa, da sola o in concorso, già da minorenne e con differenti generalità. Si tratta quasi esclusivamente di colpi effettuati dal 2000 ad oggi nei conumi di Bolzano, Fiorenzuola d’Adda (PC), Savigliano (CN), Seregno (MB), Monza, Vimercate (MI), Cuneo, Como, Moncalieri (TO), Desio (MB), Treviglio e Clusone (BG), Verolanuova (BS), Assisi (PG), Bolzano, Trento, Crema, Cremona, Sassuolo (MO), Vigevano (PV), Borgo Panigale (BO), Castiglione delle Stiviere (MN) e Brescia.

Erano solo le 8 del mattino quando i poliziotti hanno incrociato in via Golosine le tre giovani nomadi, decidendo di sottoporle ad un controllo. Gli agenti infatti subito intuito che poteva trattarsi di “pendolari dei furti” e quando hanno dichiarato di provenire dal campo nomadi di Baranzate di Bollate, in provincia di Milano, hanno optato per un accertamento più approfondito in questura, anche per il fatto che una delle tre è stata trovata in possesso di una scheda in plastica, di quelle utilizzate per aprire le porte delle abitazioni chiuse senza le mandate.
Negli uffici di lungadige Galtarossa, la perquisizione personale ha permesso di trovare in possesso di un'altra donna una chiave inglese regolabile, che si trovava nascosta sotto i vestiti nella zona del petto, mentre la terza è stata rimessa in libertà al termine dei controlli. 

A quel punto sono scattati quindi anche gli accertamenti sull'identità personale delle rom, eseguititi attraverso la comparazione delle impronte palmari e digitali e a cura del personale della Polizia Scientifica, che hanno consentito di appurare che, con due differenti alias, una delle due nomadi era destinataria di ben 2 provvedimenti giudiziari restrittivi della libertà personale e più precisamente: con il nome Vesna Miljak, nata a Bolate il 15 marzo 1993, è stata colpita da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nei suoi confronti dal Tribunale di Trento, per un furto aggravato in concorso avvenuto nel Comune di Lavis il 17 luglio dello scorso anno; mentre a nome di Vesna Stojanovic, nata a Verbania il 25 gennaio 1989, è stato emesso un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura presso il Tribunale di Bolzano, per il quale dovrà espiare 17 anni, 4 mesi e 25 giorni di reclusione, oltre al recupero della pena pecuniaria di 4800 euro. 

Quando i poliziotti le hanno notificato i due provedimenti giudiziari la nomade ha dichiarato di essere in stato di gravidanza, lamentando un leggero malessere, per il quale è stata subito condotta in Ospedale per le cure del caso. Qui i sanitari hanno accertato lo stato di gravidanza ai primi mesi e l’hanno dimessa in quanto non susstitevano motivi per il ricovero. Rientrata in questura, la donna è stata trasferita al carcere di Montorio, con la polizia di stato che è quindi riuscita a stoppare la sua "carriera" di malvivente. 

Per quanto riguarda invece la sua compare, è stata deferita in stato di libertà per “possesso ingiusitifcato di arnesi da scasso”, ovvero della chiave inglese trovatale addosso.

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