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Cronaca Centro storico / Via degli Alpini

Matteo Renzi a Verona: "Tra nove giorni l'Italia si gioca il suo futuro"

Il Premier è intervenuto a tutto campo nel pomeriggio del 25 novembre in Gran Guardia, spiegando tra le altre cose che "questa è una riforma che consente di superare il bicameralismo perfetto, rendendo il Paese più semplice e dunque più forte"

È un Matteo Renzi combattivo ed energico, in vista anche del rush finale che lo separa di qui al 4 dicembre, quello giunto nel capoluogo scaligero per incontrare i cittadini e, ovviamente, parlare soprattutto di referendum costituzionale. Mercoledì sera era stato seduto fianco a fianco con il Sindaco di Verona Flavio Tosi nel salotto di Bruno Vespa. Tra i due leader politici c'è un feeling che va al di là delle ideologie e si basa sul comune sentimento che il Paese abbia bisogno di una scossa, una svolta epocale, così come sull'idea condivisa che questa "rivoluzione" strutturale possa passare proprio attraverso le riforme costituzionali Renzi-Boschi.

E allora è tutto fuorché casuale questo passaggio in terra veronese da parte del Premier che non ha mai nascosto che il 4 di dicembre "si vince a destra", si vince pescando voti ben al di là delle tradizionali contrapposizioni, bensì invitando gli elettori a votare nel merito, così come farà Tosi, ex leghista, all'opposizione ufficialmente circa l'operato del Governo attuale, ma concorde sui passaggi decisivi della riforma costituzionale. E nel merito, Matteo Renzi dal palco della Gran Guardia che lo ha accolto, ha spiegato: "Questa è una riforma che consente di superare il bicameralismo perfetto, rendendo il Paese più semplice e dunque più forte".

Il premier ha poi toccato anche un tema delicato come quello dell'immigrazione, sostenendo a chiare lettere che per far sentire la propria voce in Europa, l'Italia ha bisogno di accrescere la propria credibilità e per fare questo è necessario semplificare il complesso processo burocratico statale. Ed è proprio questo il punto su cui maggiormente si è concentrato il suo intervento: "Il referendum costituzionale non ha niente a che vedere con il giudizio sull'operato del Governo, la riforma proposta è per una semplificazione del sistema, non è contraria alla democrazia, ma è contro la burocrazia, taglia gli sprechi e i costi dello Stato e della politica".

Matteo Renzi, parlando all'incontro a Verona per il Sì al referendum, ha affrontato a viso aperto anche i tanti esponenti di forze politiche avverse che in questi giorni lo hanno attaccato duramente. Se verso i 5 Stelle la risposta è sempre quella di sottolineare una certa incoerenza tra quel che viene dichiarato e ciò che poi viene fatto quando si tratta di assumere impegni governativi, nei confronti di partiti "anziani" come la Lega Nord o Forza Italia, la replica del Premier è ancora più pungente: "Chi per 30 anni ha cercato di fare le riforme ma non ce l'ha fatta non ha diritto di bloccare noi. Non ha diritto di toglierci il desiderio profondo di cambiare questo Paese per renderlo più fedele a se stesso. Noi non possiamo fermare il nostro sogno perchè quelli di prima semplicemente vorrebbero tornare loro a farsi l'ultimo giro di giostra".

E riferendosi al dopo 4 dicembre, giorno nel quale "l'Italia si gioca il suo futuro", secondo l'espressione usata dal Presidente del Consiglio, Renzi si è dimostrato ancora una volta consapevole del fatto di star affrontando una partita decisiva anche per la propria carriera politica, dicendosi comunque convinto che non si può restare a vivacchiare a Palazzo Chigi: "Io ci sto solo se posso cambiare le cose".

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