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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Lo spettro del Gender si aggira per la Regione. Pd: "Non ci sono dati scientifici"

Recentemente è stata approvata una mozione all'interno della Giunta Regionale del Veneto per vietare dal POF degli Itituti scolastici "il Gender". A tal proposito il Partito Democratico veronese si è espresso con parole dure, tese a smentire la scientificità delle analisi proposte

Attraverso la portavoce della "Conferenza Donne democratiche di Verona" Valeria Pernice e la psicologa Luigina Zappon, il Partito Democratico veronese ha voluto chiarire la propria posizione in merito alla cosiddetta "questione Gender", dopo la recente approvazione in sede di Consiglio Regionale di una mozione che ha deciso di "vietare il Gender nel Piano Offerta Formativa dei vari istituti scolastici del Veneto". Così mentre all'interno dell'Ateneo scaligero ad esempio si stanno preparando autorevoli corsi universitari in materia, per cercare di mettere ordine in una vicenda intellettuale spesso trattata con troppa frivolezza e faciloneria, il Partito Democratico rivendica l'insussistenza di molti dei passaggi contenuti nella mozione approvata dalla Giunta Regionale, specie sotto il profilo scientifico, così come si evince dal comunicato stampa che riportiamio di seguito:

La delibera della Giunta Regionale del Veneto, cavalcando l’onda dell’allarme e della paura che sta dominando in questo periodo tra genitori, nonni, zie e zii sui diversi social network e nella vita reale, decide di vietare il Gender nel Piano Offerta Formativa dei vari istituti scolastici del Veneto. Ma chi è o cos’è il Gender non è dato sapere, qualcosa di strano, misterioso, ma soprattutto inesistente, frutto delle paure generate dai cambiamenti sociali e culturali in corso. Il problema sta proprio nel fatto che non esiste nessuna teoria gender e non si capisce il senso della mozione votata. La partecipazione e condivisione della famiglia nella progettazione scolastica sono stabilite dalle nostre norme e dalle nostre leggi, così come è il indiscutibile il fatto che i genitori siano i primi responsabili dell'educazione dei figli. Non crediamo serva una delibera della regione per ricordare questo.

Alcuni passaggi della mozione votata sono però troppo vaghi e privi di fondamento scientifico e culturale per essere credibili e necessitano di chiarimento: - Educazione all'affettività non è sinonimo di educazione alla genitalità e soprattutto ha l'obiettivo contrario a quello di indurre una sessualizzazione precoce nei ragazzi e nelle ragazze; l'educazione all'affettività è un'educazione a valori quali il rispetto per se stessi e gli altri, la parità, l'equità, l'autonomia, la lotta al bullismo e alla violenza, alla non discriminazione. - Non è chiaro chi vorrebbe negare l’esistenza e la differenza tra maschi e femmine e confondere l’educazione di genere con altro; il rispetto per se stessi e per il proprio corpo è uno degli obiettivi principali di ogni tipo di educazione; - Nella delibera della Giunta Regionale ci sono riferimenti a studi ma non si sa quali siano, mancano dati numerici e riferimenti scientifici per poter prendere in considerazione gli allarmismi proposti che sembrano piuttosto deliri sessuofobi; - L'ideologia gender porterebbe alla disgregazione della personalità e alla fragilità psichica, secondo quanto scritto nel documento votato: però ancora non sappiamo qual'è questa ideologia gender che produrrebbe tanta patologia! Non esiste in nessun testo di psicologia e di psichiatria, non ha nessuna classificazione clinica.

I Dirigenti Scolastici ,i Collegi docenti,i Consigli d’Istituto, dovranno tenere conto, almeno dalla lettura della delibera della Giunta Regionale, nella formazione del POF del proprio istituto dell’indirizzo dato, sarebbe il caso chiarire al presidente Zaia e ai membri della Sua Giunta che già sono presenti i genitori nell'approvazione del POF, in quanto rappresentanti degli stessi siedono nei Consigli d'Istituto. La Conferenza della Donne Democratiche, insieme a Se non ora quando... al fine di fornire un corretta informazione inizierà un percorso di incontri pubblici a Verona e nella sua provincia, con un team di esperte ed esperti, per rispondere ai tanti dubbi ed alle tante paure che sta generando questa campagna di allarme gender.

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