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Cronaca Sommacampagna

Ergastolo a Zenatti: «Uccise con crudeltà la suocera aumentandone le sofferenze»

La Corte d'Assise di Mantova ha depositato le motivazioni alla base della sentenza emessa a marzo a carico del 55enne agricoltore originario di Custoza, che è stato condannato per l'omicidio di Anna Turina avvenuto nel dicembre del 2021

La Corte d'Assise di Mantova ha depositato le motivazioni della sentenza del 16 marzo scorso, con la quale è stato condannato all'ergastolo il 55enne agricoltore di Custoza, nell'ultimo periodo residente nella zona di Roverbella, Enrico Zenatti, per l'omicidio della suocera Anna Turina, di 73 anni, commesso nell'abitazione dell'anziana nel dicembre 2021. 

Come riporta L'Arena, secondo i giudici Zenatti avrebbe pensato di aver eliminato la suocera al primo tentativo, ma dopo aver scoperto «con stupore» che invece era ancora viva, «ha pensato bene di ammazzarla, con le modalità ampiamente descritte, sperando ovviamente di non essere scoperto e di impedire le propalazioni a suo carico che la suocera avrebbe sicuramente fatto una volta completamente riavutasi». 
Il 55enne inoltre avrebbe agito con crudeltà, dal momento che «il taglio alla gola è stato praticato con ben sei diverse incisure, e quindi con azione atta ad aumentare le sofferenze della vittima, laddove in specie la prima e la seconda coltellata non fossero state mortali», «modalità esecutive» spiegabili con l'esigenza di non farsi scoprire dai figli della vittima, che hanno aumentato le sofferenze della 73enne. 

Quel pomeriggio Zenatti aggredì una prima volta la donna sulle scale dopo una lite, con coltello. Pensando di averla uccisa lasciò l'abitazione, ma la Turina riprese però conoscenza e chiamò la figlia, chiedendole aiuto, ma questa avvisò il marito, ovvero lo stesso Zenatti, che con una scusa riuscì ad allontanare la moglie e il fratello di lei, per dare poi il colpo di grazia all'anziana. 

«L’imputato del resto, al punto in cui era arrivato, non aveva altra strada: o decideva sin da subito di confessare l’aggressione alla suocera, con le conseguenze che ne sarebbero certamente derivate sia penali, che in ordine alla sua permanenza in famiglia, o doveva sopprimere la donna che una volta riavutasi completamente, lo avrebbe certamente accusato dell’omicidio», ha spiegato la Corte d'Assise. 

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