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Cronaca

Consorzio Zai, ragazze vestite da tavolino alla cena di gala. «Non mi sono sentita sfruttata»

Una delle giovani al centro della polemica nata nei giorni scorsi, ha espresso il proprio pensiero in un'intervista a Repubblica: «Io sono un’artista. Ho guadagnato 150 euro in un’ora, sicuramente molto più di una cameriera»

«Non mi sono sentita oggettificata, né mercificata e neppure sfruttata. Ho solo espresso la mia arte, in quel contesto. Insomma, ho lavorato normalmente, come faccio sempre. Altrimenti mi sarei rifiutata». La presenza di ragazze vestite come tavolini su cui appoggiare i bicchieri alle celebrazioni per il 75° anniversario del Consorzio Zai, nei giorni scorsi aveva dato il via ad alcune polemiche. In particolare la vicesindaca di Verona Barbara Bissoli, ha inviato una lettera al presidente del Consorzio, Matteo Gasparato, per chiedere un confronto sull'episodio, ritenendolo «un'oggettivazione della donna che va ad alimentare una cultura misogina e patriarcale». 

A gettare acqua sul fuoco in un'intervista rilasciata a Repubblica è stata una delle stesse ragazze finite al centro della polemica,  Michelle Pellegrinelli, 21enne originaria di Belluno e residente a Trento, la quale ha spiegato di non essersi sentita trattata come un oggetto.
«Io sono un’artista - ha detto -. Ho guadagnato 150 euro in un’ora, sicuramente molto più di una cameriera. È una cifra elevata per ciò che si fa poi nel concreto. C’è molto lavoro di preparazione ma poi il turno è semplice e poco faticoso
Dovevo vestirmi con questo abito a forma di tavolo. Il mio compito era ricevere gli invitati, presenziare, servire bicchieri. Le persone si avvicinavano e io porgevo loro il calice. Credo che non ci sia nulla per cui indignarsi, i problemi sulla mercificazione sono altri. Sono consapevole di quello che faccio e non mi sento sfruttata. Non serve che altri si indignino al posto mio. Anche io sono femminista ma a volte si superano i limiti del politicamente corretto. Non si può più esprimere se stessi, o si urta la sensibilità degli altri. Bisogna sempre stare attenti a come ci si muove e a come si parla», ha detto la 21enne.

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