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Ragazze vestite da tavolini a cena di gala del Consorzio Zai. «Squallore e misoginia»

Lettera della vicesindaca di Verona Bissoli al presidente del Consorzio Zai Gasparato: «Oggettivazione della donna che va ad alimentare una cultura misogina e patriarcale»

I 75 anni del Consorzio Zai non sono stati celebrati solo con il convegno di venerdì scorso, 20 ottobre, in Gran Guardia. Due giorni prima dell'evento in cui l'ente ha sottoscritto un importante protocollo d'intesa con Rfi per potenziare l'interporto, l'anniversario era stato festeggiato con una cena di gala sempre in Gran Guardia. Cena di gala che ha suscitato l'intervento critico della vicesindaca di Verona Barbara Bissoli e della parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra Luana Zanella

L'oggetto della critica è la presenza durante la cena di gala di alcune ragazze che indossavano un vestito tondo e rigido su cui erano appoggiati dei calici e su cui gli ospiti potevano appoggiare i bicchieri dopo aver bevuto. In sostanza, queste ragazze erano vestite come dei tavolini.

«Un'oggettivazione della donna che va ad alimentare una cultura misogina e patriarcale che, con grande impegno, stiamo cercando di eliminare - ha commentato Bissoli, che oltre ad essere vicesindaca ha anche la delega alla parità di genere - A tal proposito, è nostra intenzione istituire un codice di condotta per gli enti collegati al Comune di Verona, nella direzione di tutelare la dignità di tutte e tutti, nonché di promuovere la cultura del rispetto e la parità di genere in tutte le sue sfaccettature, soprattutto laddove è messa a rischio da atteggiamenti e scelte inadeguate».

Per questo Bissoli ha inviato una lettera al presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato, chiedendo a breve un confronto in modo da poter discutere di quanto accaduto e per individuare un percorso di cambiamento. «Quanto squallore e quanta misoginia serpeggiano negli ambienti che saranno benestanti ma per nulla benpensanti - ha commentato Zanella - Il minimo che possa fare ora la direzione del Consorzio, oltre che scusarsi, è versare una congrua offerta ad un centro antiviolenza».

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