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Cronaca Borgo Roma / Piazzale Ludovico Antonio Scuro

Arriva al Pronto soccorso, rifiuta il test delle urine e aggredisce 4 operatori. «Violenza inaccettabile»

La posizione del 40enne di Legnago è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria, dopo quanto accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì all'ospedale di Borgo Roma. «L’azienda sta mettendo in campo da tempo le misure di sicurezza, ma evidentemente non bastano mai», ha detto il dottor Maccagnani

Un'ambulanza ed una pattuglia dei carabinieri lo hanno accompagnato all'ospedale di Borgo Roma dopo una festa, intorno alle ore 2 di giovedì, e lì sarebbe stato protagonista di alcuni disordini. Si tratta di un 40enne di Legnago, che è stato identificato dalla polizia di Stato e che si sarebbe trovato in un evidente stato di agitazione. 

Dalla questura spiegano che, una volta entrato al Pronto soccorso, visibilmente alterato, l'uomo si sarebbe rifiutato di sottoporso all'esame delle urine per verificare l'uso di droge e, dopo aver aggredito verbalmente una professionista sanitaria, si sarebbe improvvisamente scagliato contro il personale medico-sanitario e la Guardia Particolare Giurata in servizio, inveendo nei loro confronti prima verbalmente e poi fisicamente.

È in quel frangente che il personale ospedaliero ha chiamato il 113 per segnalare quello che stava accadendo: i fatti portati all'attenzione della sala operativa di lungadige Galtarossa sarebbero poi stati effettivamente dagli agenti delle volanti, che quando sono arrivati sul posto hanno trovato l'uomo in forte stato di agitazione, steso su di un lettino, che urlava contro gli infermieri. 
Il 40enne è stato quindi identificato dai poliziotti, che si sono spesi per cercare di calmarlo affinché rimanesse in ospedale per eventuali accertamenti. 
Nel frattempo, le sue condotte nei confronti del personale sanitario, sono al vaglio dell'autorità giudiziaria. 

Da Aoui: «Violenza inaccettabile»

Dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, sottolineano che sarebbero 4 gli operatori del Pronto soccorso aggrediti: «due infermieri e un Oss hanno così subito un’aggressione fisica che ha prodotto una frattura e contusioni multiple. Anche la guardia giurata armata ha riportato qualche lesione. Il paziente è stato immobilizzato e sedato senza subire alcuna lesione, grazie alla professionalità degli operatori che hanno attuato un’azione di contenimento», spiegano nella nota diffusa.

«È inaccettabile una violenza tanto inaudita - ha dichiarato il dottor Antonio Maccagnani, direttore del Pronto soccorso di Borgo Roma -. Il paziente era appena arrivato e subito si è scagliato contro i sanitari. Chi presta servizio nel turno di notte non può farlo con la preoccupazione per la propria incolumità. L’azienda sta mettendo in campo da tempo le misure di sicurezza, ma evidentemente non bastano mai. Quello di stanotte è stato un episodio grave che finora non si era mai verificato per questo abbiamo sporto immediata denuncia. Questo episodio dimostra quanto le professioni sanitarie siano in prima linea, soprattutto nel Pronto soccorso. Il mio pensiero va ai colleghi che hanno vissuto questa esperienza e ai quali abbiamo prestato immediato soccorso, è inaccettabile che nello svolgimento del proprio compito rivolto agli altri si diventi bersaglio».

«Episodi come questi contribuiscono ad alimentare la preoccupazione soprattutto della nostra categoria, visto che gli infermieri sono fra il personale sanitario i primi ad essere presi di mira - aggiunge la dottoressa Cristina Ferrari, dirigente delle Professioni sanitarie -. Noi sosteniamo il nostro personale a fare segnalazioni affinché la questione delle aggressioni abbia risalto e l’utenza, sia pazienti che familiari, capisca che chi sta in prima linea per aiutare agisce nel loro interesse e non contro di loro. Le aggressioni non portano a nulla, producono solo l’effetto di ulteriore problema anche organizzativo».

Dall'Azienda ospedaliera di Verona aggiungono di non sottovalutare il tema della sicurezza dei propri dipendenti, non solo attraverso gli investimenti ma anche con la formazione e il sostegno a chi denuncia. Da tempo sono attive diverse misure di sicurezza, come le postazioni di polizia, la vigilanza armata presente in forma stabile in Pronto soccorso nelle ore serali e notturne e la Ronda dinamica che sorveglia le aree ospedaliere. Oltre alla videosorveglianza già presente, recentemente è stata deliberata l’installazione di nuove telecamere all’interno dei tre Pronto soccorso: Borgo Trento, Borgo Roma e Ostetrico-Pediatrico.

Zaia: «Serve mettere mano alla legge»

«Non possiamo più assistere inermi a fatti come questo. Serve mettere mano alla legge, prevedendo reati specifici e condanne severe per chi aggredisce i sanitari. È un appello che rivolgo alla comunità istituzionale del Paese. Va tutta la mia solidarietà e la mia vicinanza ai quattro operatori del Pronto soccorso che sono stati aggrediti durante l’orario di servizio all’ospedale Borgo Roma di Verona. Un episodio inaccettabile, che condanno fermamente, ai danni di professionisti che svolgono il loro lavoro con impegno e dedizione, in un ambito sanitario delicato, come quello dell’emergenza-urgenza. Un grazie va agli agenti della Polizia intervenuti sul posto in soccorso del personale ospedaliero». Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Toigo (Uil Veneto): «La notizia mi ha pietrificato»

«Venire a conoscenza dell’ennesima violenza al personale sanitario veneto mi lascia senza parole, come pietrificato. Da quanto si apprende dalla stampa, l’aggressione avrebbe coinvolto in maniera importante infermieri e Oss del Pronto Soccorso dell’ospedale di Borgo Roma di Verona, ma anche una guardia giurata armata seppur in maniera lieve. Notizie come questa non fanno che alimentare quel turbamento che già ci pervade tutti e tutte a causa del perdurare delle violenze contro le donne a cui continuiamo a dire “mai più”, ma che purtroppo si protraggono in maniera vergognosa e inaccettabile. Come Uil Veneto condanniamo senza se e senza ma ogni tipo di violenza e, in questo caso, ricordiamo anche che in piena pandemia da Covid 19 i professionisti della sanità erano i nostri angeli, i nostri eroi. Basta violenze, basta aggressioni: lavoriamo per diffondere la cultura del rispetto». Lo ha detto Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto.

Ordine dei medici: «Fenomeno in aumento»

«Desidero esprimere la solidarietà e il pieno sostegno dell'Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona alla collega dottoressa e agli operatori sanitari in servizio nel Pronto Soccorso di Borgo Roma che la notte tra il 5 e il 6 marzo, mentre svolgevano il proprio lavoro, sono stati aggrediti da un paziente. Ringrazio il personale del reparto e le forze dell’ordine per la prontezza con cui sono intervenuti, impedendo che ci fossero conseguenze molto peggiori». Queste le parole del presidente dell’OMCeO di Verona, Carlo Rugiu.
«Si tratta, purtroppo, di un’ulteriore conferma di quanto il fenomeno sia drammaticamente in aumento e di come non sia più possibile sottovalutarlo», dichiara Rugiu. «Davanti a questi fatti occorrono azioni concrete che garantiscano sicurezza e protezione alle operatrici e agli operatori sanitari che lavorano in prima fila nelle unità operative e nei presidi più esposti al rischio, svolgendo un pesante servizio in favore della comunità. Come Ordine», conclude il presidente, «siamo a disposizione delle autorità competenti per capire quali soluzioni possano essere messe in atto per ridurre il rischio che si verifichino altri episodi simili».

Bigon: «La Regione intervenga»

«Esprimo piena solidarietà agli operatori che sono stati aggrediti al Pronto soccorso dell'Ospedale Borgo Roma di Verona. Si tratta dell’ennesimo e grave episodio di questo genere, che deve spingere una volta per tutte la Regione ad intervenire. Il tema non è solo quello di potenziare i sistemi di sicurezza di chi lavora in reparti particolarmente delicati. C’è la necessità di una diversa riorganizzazione dei servizi, tale da evitare che proprio nei Pronto soccorso si riversi una quantità di utenza fuori misura. La verità è che questi luoghi sono diventati nel tempo delle vere e proprie polveriere perchè mancano i filtri, tra i quali c’è la rete dei medici di famiglia e l’ambito della salute mentale, largamente carenti. Si rifletta su questo».

Uil Fpl Verona, Gottardi: «Aggressioni oramai diffuse»

«Come sindacato - dichiara Stefano Gottardi, segretario generale Uil Fpl Verona -, ci impegniamo a preservare il capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale affinché possa operare con efficienza ottimale. Partecipiamo attivamente ai tavoli negoziali e, ove consentito dalla legge, forniamo ai nostri associati strumenti di tutela affidabili. Tuttavia, riteniamo che tutto ciò non sia sufficiente, neanche le telecamere che abbiamo ottenuto pochi giorni fa nei pronto soccorso di Aoui di Verona.
Le aggressioni fisiche e verbali contro operatori sanitari sono diffuse. Dopo un'aggressione grave a Verona, si chiede maggiore sicurezza negli ospedali, sanzioni più severe per gli aggressori e più personale per garantire cure rapide e ridurre la tensione tra i familiari dei pazienti.
Dopo il Covid siamo entrati in una nuova fase, il Servizio Sanitario Nazionale è vulnerabile a causa di aggressioni sempre maggiori verso operatori sanitari. L'afflusso massiccio al pronto soccorso rivela la carenza di un sistema territoriale efficiente, con questo servizio che rimane l'ultimo baluardo di risposta.
Tutto viene ospedalizzato e lo sarà anche nel breve periodo. Attualmente, non sono previsti investimenti straordinari per rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale. Ci chiediamo se sia opportuno trasportare individui agitati al pronto soccorso, mentre c’è chi ha bisogno di assistenza sanitaria urgente.
Chi fornirà supporto psicologico agli operatori coinvolti e chi risarcirà i danni causati?
Come sindacato, abbiamo attivato una polizza assicurativa per proteggere gli associati da infortuni e fare in modo che gli operatori sanitari possano lavorare con la massima serenità, evitando così perdite economiche dovute a incidenti, un aiuto ma non la soluzione.
Le abitudini delle persone devono evolversi per rispettare gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale e assicurare la disponibilità di personale qualificato nei reparti di pronto soccorso in prospettiva futura. Un segnale di allarme evidente è rappresentato dalla carenza di medici specializzati in questo settore e dal crescente numero di personale che rifiuta tali condizioni e decide di lasciare il servizio».

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