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"Voto dove Vivo", l'ordine del giorno di Traguardi in Consiglio comunale dedicato ai fuorisede

Il movimento civico vuole invitare il Governo e il Parlamento ad approvare la proposta di legge supportata dal comitato civico. «Renderebbe il diritto di voto concretamente accessibile a tutte e a tutti, come già avviene per i cittadini e le cittadine che si trovano temporaneamente all’estero»

Il prossimo 9 giugno, in occasione delle elezioni europee, moltissimi veronesi dovranno decidere se adempiere o meno a un importante dovere: votare. Per rispettare uno dei più basilari diritti, ossia esprimere la propria preferenza alle urne, tanti cittadini e cittadine fuorisede saranno infatti costretti a impegnare tempo e denaro per tornare a casa, poiché la legge prevede solo poche deroghe per chi ha intenzione di votare nella propria città di domicilio e non in quella di residenza.

Per questo motivo il movimento Traguardi ha presentato un ordine del giorno che invita il Governo e il Parlamento, attraverso il Consiglio Comunale, ad approvare la proposta di legge supportata dal comitato civico "Voto dove Vivo", che va nella direzione di modificare le procedure elettorali e consentire l’esercizio del diritto di voto ai fuorisede in occasione delle elezioni per il rinnovo dei rappresentanti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica e dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, nonché per le consultazioni referendarie.

«Nei giorni scorsi - spiegano i consiglieri di Traguardi Beatrice Verzè, Giacomo Cona e Pietro Trincanato - la commissione Affari Costituzionali del Senato ha dato il via libera all’emendamento che consentirà agli universitari fuorisede di partecipare alle prossime elezioni, andando alle urne dove vivono. Seppure sperimentale, cioè valida solo per le europee di giugno, questa misura è un risultato importante, ottenuto soprattutto grazie agli sforzi di tanti attivisti e attiviste che noi di Traguardi abbiamo sempre supportato. Ma in un periodo storico in cui i trasferimenti sono sempre più frequenti, occorre stabilizzare questo provvedimento ed estenderlo anche ad altre categorie di persone, a cominciare da chi lavora o si cura in una città diversa da quella di residenza. Questo renderebbe il diritto di voto concretamente accessibile a tutte e a tutti, come già avviene per i cittadini e le cittadine che si trovano temporaneamente all’estero, oltre a contenere l’odioso fenomeno dell’astensionismo».

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