rotate-mobile
Attualità Centro storico / Via Abramo Massalongo

«Stop di 15 giorni per le scuole e si recupera a giugno», la richiesta dell'Ordine dei medici

Anche molti presidi italiani chiedono «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza per due settimane»

Posticipare l’apertura delle scuole, recuperando poi a giugno. E poi, cambiare il sistema delle "Regioni a colori", introducendo tra i parametri quelli relativi alla pressione sulla sanità territoriale e integrando, a tal fine, il Comitato Tecnico Scientifico con medici del territorio. Sono queste le proposte che il presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, lancia per cercare di contenere l’aumento dei contagi e dei ricoveri che sta mettendo a dura prova il Servizio sanitario nazionale.

«C’è, tra i colleghi, una forte preoccupazione per il picco atteso verso la metà del mese - spiega Anelli -. In molte zone d’Italia gli ospedali sono già in sofferenza e gli Ordini lanciano l’allarme. Nelle terapie intensive, il 16% dei posti è occupato da pazienti Covid, limitando la possibilità di usufruirne ai pazienti delle urgenze (infarti, ictus, interventi chirurgici urgenti, complicazioni del parto, incidenti stradali…). Tutto questo ha come conseguenza l’allungamento delle liste d’attesa, con possibili aggravamenti dei quadri clinici».

Il presidente Filippo Anelli prosegue commentando le decisioni del governo: «Le misure messe in atto dal governo sono importanti, ma potrebbero non essere sufficienti per arginare il diffondersi dell’epidemia. I due anni trascorsi ci hanno insegnato che una misura davvero efficace è quella di limitare, in vista del picco, i contatti tra le persone. La riapertura delle scuole, in un momento in cui gli studenti hanno appena iniziato a vaccinarsi o a fare i richiami, a seconda delle fasce d’età, ci preoccupa, così come preoccupa i presidi. Per questo chiediamo uno stop di 15 giorni, da recuperare poi a giugno, quando dovremmo essere fuori dall’emergenza». Una richiesta questa che arriva anche da diversi presidi italiani, i quali chiedono «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione di lezioni a distanza) per due settimane», ritenendola «sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa». È infatti ciò che si legge in un appello rivolto al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e ai presidenti delle Regioni, promosso da una ventina di presidi e che ha già raggiunto oltre 1.500 adesioni di dirigenti scolastici di tutta Italia.

Lo stesso presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, ha quindi criticato anche l'attuale strumento decisionale che classifica le Regioni italiane e i relativi parametri: «Anche il sistema "a colori" delle Regioni non rispecchia più la realtà, e va aggiornato - chiarisce Anelli -. Funzionava quando il problema era prevalentemente l’occupazione dei posti letto e delle terapie intensive. Oggi, con i vaccini, la maggior parte dei contagiati - oltre un milione e mezzo di persone - è curata a casa. Con questi numeri, anche il tracciamento rischia di saltare. Serve una nuova classificazione, nuovi parametri che tengano conto della pressione sulla sanità territoriale. Occorre coinvolgere i medici del territorio, a livello decisionale prima ancora che operativo, integrando i loro rappresentanti nel CTS».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Stop di 15 giorni per le scuole e si recupera a giugno», la richiesta dell'Ordine dei medici

VeronaSera è in caricamento