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Al via i saldi invernali dopo un Natale di vendite in calo a Verona, Confesercenti: «A diminuire è anche il budget di spesa»

Martedì 5 gennaio prenderanno il via ufficialmente i saldi anche nel capoluogo scaligero. Secondo Confesercenti la spesa media a persona sarà compresa nella fascia tra i 120 e i 140 euro

Le luci del Natale si stanno spegnendo, ma non quelle delle vetrine dei negozi di Verona, pronti ad un nuovo avvento: i saldi invernali 2023. Il 5 gennaio è la data di inizio saldi in quasi tutte le Regioni italiane, tra cui appunto anche il Veneto.

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A tal proposito, l’Osservatorio Confesercenti ha somministrato un questionario per raccogliere la testimonianza dei commercianti riguardo all’andamento economico generale delle vendite di fine anno, confrontando rispetto al 2021, le strategie di vendita in vista dei prossimi due mesi di sconti, le percezioni e le aspettative sui saldi invernali 2023.

Natale sottotono: a Verona calano le vendite

Il sondaggio è stato somministrato tramite questionario anonimo online e ha raccolto la partecipazione di 150 rispondenti a Verona, per oltre la metà èmpegnati in attività commerciali del settore moda e calzature, il comparto economico più interessato dai 55 giorni di vendite promozionali in arrivo. Dicembre 2022 è stato contrassegnato da un Natale sottotono rispetto al 2021, a rivelarlo le risposte dei commercianti veronesi che registrano un calo delle vendite per il 41,1% dei casi. Il 31,5% non ha rilevato particolari cambiamenti e dichiara invariata la portata delle vendite rispetto all’anno scorso. Il 27,3% degli esercenti ha chiuso meglio il 2022, infatti asserisce di aver riscontrato un aumento o forte aumento delle vendite.

In merito alle aspettative sui saldi di gennaio e febbraio 2023, solo il 17% degli intervistati si aspetta un impatto positivo sulla propria attività commerciale; il 27% non prevede alcuna variazione, mentre un 12,% addirittura un calo. Molti gli astensionisti: il 43,2% dei rispondenti ha deciso di non prendere parte attiva alle iniziative promozionali bimensili alle porte. Le perplessità sulla data non mancano: solo un quinto dei negozianti non cambierebbe la data di inizio saldi. Per quasi il 70% andrebbe posticipata. La restante parte la vorrebbe anticipare.

In calo anche il budget di spesa previsto

Il budget di spesa a persona, secondo Confesercenti, per quest’anno si posiziona nella fascia tra i 120 e i 140 euro (ben lontano dai 160 euro del 2019), mentre la media di scontistica promossa dalle aziende del settore moda, sarà circa del 55% di sconto sui prodotti (tra l’inizio e la fine del periodo). Alessandro Torluccio, direttore Confesercenti Verona, commenta così questi numeri: «Il clima incerto del periodo autunnale ha avuto una ripercussione in negativo sulle vendite. A questo si è aggiunta la preoccupazione di famiglie e imprese per il caro bollette, che non ha di certo aiutato il settore commerciale nel rush finale di shopping natalizio. Purtroppo - continua Torluccio - quella delle vendite con sconto e anche sottocosto è diventata pratica commerciale diffusissima, con cui si cercano di mantenere i volumi perduti in questi anni di difficoltà. La pratica, però, di fatto penalizza le attività meno strutturate che non possono competere contro campagne promozionali così aggressive. Ma per i saldi tradizionali i consumatori da sempre premiano i negozi di vicinato dei quali possono verificare la veridicità dell’offerta».

Sempre secondo il direttore di Confesercenti Verona Alessandro Torluccio, infatti, «la spinta del marketing verso pre-saldi, vendite private e promozioni speciali, a nostro avviso, disorienta e riduce le tutele degli stessi consumatori, inducendoli a confondere le vendite promozionali con i saldi di fine stagione. Che sono un evento commerciale del tutto diverso: i saldi, - specifica Alessandro Torluccio - si applicano solo a prodotti che abbiano una stagionalità, come abbigliamento e accessori moda, seguendo una disciplina giuridica complessa che va dalla comunicazione preventiva dell’inizio delle vendite di fine stagione all’obbligo del doppio prezzo in cartellino. Dobbiamo fermare la confusione - esorta in chiusura Torluccio - bisogna rivedere le regole per garantire sconti trasparenti ai consumatori e tutela della concorrenza, anche avvicinando di più la data di partenza delle vendite alla fine reale della stagione».

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