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Conto alla rovescia per l'inizio dei saldi invernali anche in Veneto: abbigliamento e calzature gli obiettivi principali

Il presidente di Unioncamere Veneto Mario Pozza: «C’è prudenza nello spendere, si investe su beni di prima necessità e si rinviano ai saldi gli acquisti di beni voluttuari o non indispensabili»

Anche in Veneto, così come in quasi tutte le Regioni del paese (ad esclusione di Basilicata e Sicilia dove inizieranno prima), cominceranno giovedì 5 gennaio 2023 gli attesissimi saldi invernali. Sarà dunque già a partire dalla vigilia del lungo weekend dell’Epifania che si potranno sfruttare le offerte per fare qualche acquisto a prezzi convenienti. Nonostante il periodo sia caratterizzato da numerose incertezze, la stagione dei ribassi rimane infatti un momento molto atteso dai consumatori.

Secondo un'analisi presentata da Confcommercio Veneto e Unioncamere Veneto sulle previsioni di spesa per i saldi invernali, ben «due veneti su tre li considerano come un’ottima occasione per comprare soprattutto beni utili e di prima necessità o quei prodotti che difficilmente acquisterebbero prima, soprattutto nelle fasce d’età più alte». Il 69% del campione ipotizza «una spesa fra i 100 e i 500 euro», mentre il 24% «non supererà i 100 euro».

Tra le fasce d’età, la «maggiore disponibilità economica spetta a chi ha più di 26 anni mentre solo il 54,1% dei giovanissimi potrà spendere fra i 100 e i 500 euro». Sempre in base alla ricerca di Confcommercio Veneto e Unioncamere Veneto, «solo l’8,4% del campione prevede che la spesa sarà maggiore rispetto all’anno scorso». Alla ricerca della migliore occasione i veneti guarderanno, ancora una volta, ad «abbigliamento e calzature», prodotti che «il 91,1% del campione dichiara di volere acquistare». Seguono a distanza «i casalinghi (36,7%) e gli elettrodomestici (31,8%)».

Più in generale, guardando al futuro, «metà degli intervistati dichiara di avere i soldi necessari per far fronte ai bisogni primari e per poter occasionalmente affrontare spese non essenziali». Ma è allarme per il 6,8% che ha dichiarato di «non avere il necessario nemmeno per far fronte ai bisogni primari (cibo, vestiario, riscaldamento), facendo emergere un rischio di allargamento delle povertà». 

Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, commenta: «Il momento non è facile e la situazione per le imprese e, di conseguenza, per le famiglie non è delle migliori. Dopo un inizio di anno di ripresa e crescita, da settembre stiamo assistendo a un raffreddamento della domanda. Gli effetti dei rincari energetici stanno pesando sui portafogli e l’impatto dell’inflazione intacca il potere d’acquisto. C’è prudenza nello spendere, si investe su beni di prima necessità e si rinviano ai saldi gli acquisti di beni voluttuari o non strettamente indispensabili, anche se le prospettive per il turismo sono positive per la prossima stagione. Questa è la fotografia ad oggi e non abbiamo sfere di cristallo che ci permettono di dire che futuro ci aspetta», concude il presidente Mario Pozza.

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