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Concluso il restauro delle coperture di rivellino: Bastione San Giorgio restituito alla città

Terminata la ristrutturazione delle coperture iniziata nell'autunno del 2020, che ha portato anche ad un'importante scoperta archeologica

Si è concluso l’intervento di restauro che ha interessato le coperture del rivellino di Bastione San Giorgio a Verona. L’innovativo progetto di recupero, promosso da Esev – Cpt (Scuola edile di Verona), è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Verona e con Fondazione Cariverona, che lo ha finanziato.
Alla conferenza stampa di restituzione alla città dell’intervento, hanno partecipato il presidente di Esev – Cpt Marco Perizzolo, con il vicepresidente Fausto Zaupa, il direttore generale di Fondazione Cariverona Giacomo Marino e il sindaco di Verona Federico Sboarina. Presenti anche il direttore di Esev – Cpt Giovanni Zampieri, gli assessori Luca Zanotto e Francesca Toffali e il coprogettista e direttore dei lavori arch. Marcello Verdolin.
Il restauro, proposto e coordinato da Esev – Cpt, rappresenta per Verona un vero e proprio progetto pilota, dal punto di vista dell’attività formativa e della realizzazione tecnica. Attraverso questo intervento, infatti, la Scuola edile di Verona ha stimolato gli allievi, che frequentano i suoi percorsi di formazione, illustrando modalità innovative di approccio al restauro di opere architettoniche storiche
Da un punto di vista tecnico, il restauro delle coperture di Forte San Giorgio ha rappresentato un cantiere sperimentale perché, per la prima volta, sono state applicate modalità di intervento altamente ingegnerizzate ed innovative su di un manufatto storico di così importante rilievo.

«Questo intervento – spiega Marco Perizzolo, presidente Esev – Cpt – è un progetto che fa parte di un percorso più ampio, ideato e messo in atto per far conoscere un tipo di pratica edile altamente specializzata. La formazione in edilizia spazia dalle infrastrutture alle nuove costruzioni, fino alle ristrutturazioni e al restauro conservativo, come nel caso specifico. Quindi, auspichiamo che questo intervento per la Scuola Edile sia l’inizio di futuri laboratori per diffondere nuove tecniche e nuove metodologie di lavoro nell'attività edile e nel restauro conservativo monumentale. Anche questo progetto dimostra che la cultura pratica non è cultura minore, ma è una cultura equivalente».
«Penso che questo sia uno straordinario esempio di bilateralità – sottolinea il vice presidente Esev – Cpt Fausto Zaupa -. Quando il sindacato sa mettersi in sintonia con la propria controparte riusciamo a dare il meglio. Abbiamo restituito alla cittadinanza un edificio straordinario e fruibile. Mi auguro, in qualità di sindacalista, che esempi di questo genere diano lo spunto per ottenere altri fondi e realizzare altre iniziative di valore, gestite sempre in assoluta sicurezza».

La soluzione tecnica sperimentale adottata, che è totalmente reversibile e sostenibile, ha previsto di togliere solo parte dei 3 metri di terra della copertura in terra dal rivellino per poi riposizionarla sulla struttura assieme a un “pacchetto” impermeabilizzante. Questo ha reso l’intervento rapido, dai costi certi e ugualmente efficace.
Il restauro delle coperture ha reso possibile una importante scoperta archeologica. Una volta tolta la porzione in terra, in prossimità della gronda in pietra, infatti, è venuto alla luce il sistema di recupero di acque meteoriche di cui si ignorava non solo la realizzazione tecnica, ma anche l’esistenza. È emerso, infatti, all’interno del forte austriaco, un articolato sistema di raccolta, incassata in una gronda in pietra che aveva come obiettivo il riutilizzo dell’acqua piovana a favore di quanti alloggiavano nella struttura.
Con la sistemazione delle coperture del rivellino, che hanno mantenuto la tradizionale copertura in terra ed erba, si conclude la prima fase del restauro di Forte San Giorgio. La progettazione condivisa di questo intervento è durata circa tre anni e ha visto il coinvolgimento dei vari enti coinvolti a partire dalla Soprintendenza. L’intervento di restauro è iniziato a novembre 2020 e, nel rispetto delle tempistiche, si è concluso a giugno 2021.

«L’obiettivo di Esev-Cpt – spiega il direttore Giovanni Zampieri – è quello di ideare attività che possano essere utili ai nostri allievi per acquisire loro nuove tecniche dal punto di vista dell'edilizia. Dall'altro è di essere presenti all'interno del territorio di Verona. L’intervento a Forte San Giorgio, che si basa su queste motivazioni, ha permesso il recupero architettonico di uno spazio che stava andando in disuso a causa delle infiltrazioni d’acqua delle coperture. Siamo riusciti a realizzare questo progetto grazie al Comune di Verona e alla Fondazione Cariverona».

«Un progetto intorno a cui si è generata una grande squadra – dichiara Sboarina –, con la volontà condivisa di operare a servizio della città. Ancora una volta il sistema Verona ha dato il suo meglio per portare a termine un intervento di recupero interessante, che restituisce a veronesi e turisti un pezzo importante del sistema fortificato della città. E’ stato un lavoro di restauro innovativo sotto molti punti di vista, per il quale sono state messe in campo le migliori e più innovative tecniche ingegneristiche. Inoltre, in una sorta di cantiere-scuola, è stato dato modo ai giovani di visionare sul campo le tante cose apprese e accrescere così la propria conoscenza tecnica. Un’opportunità che valorizza ulteriormente questa tipologia di progetto, teso non solo a migliorare il patrimonio monumentale della città ma, anche, ad offrire occasioni di crescita ai giovani».

«Un’opera di restauro particolarmente interessante anche per la tipologia del cantiere formativo voluto da Esav – spiega Zanotto –, per dare ai ragazzi la possibilità di vedere dal vivo le diverse operazioni legate all'intervento conservativo e apprendere al di fuori dei testi scolastici come viene gestito un restauro architettonico di valore come questo. Importante anche la scoperta archeologica emersa attraverso i lavori. In prossimità della gronda in pietra, infatti, è venuto alla luce il sistema di recupero di acque meteoriche di cui si ignorava non solo la realizzazione tecnica, ma anche l’esistenza. Per i ragazzi è stata un’opportunità in più di vedere dal vivo l’opera ingegneristica realizzata dagli austriaci e per Verona una interessante novità, che accresce il grande e straordinario valore del suo patrimonio difensivo».

«Un progetto di riqualificazione strategica che apre inoltre la strada a nuove opportunità in ambito turistico e didattico – sottolinea l’assessore Toffali –. L'idea è infatti quella di creare nuovi percorsi culturali, sfruttando corridoi sotterranei fino ad oggi mai aperti al pubblico e che permetterebbero una visita pressoché completa di tutti gli edifici di cui si compone il Bastione di San Giorgio. Si potrebbe così offrire a cittadini e turisti nuove possibilità di visita nella cinta magistrale difensiva del nostro sito Unesco, in virtù anche del fatto che i vani di accesso interni sembrano in buone condizioni. Per la città significherebbe disporre di un percorso di visita circolare del forte, con entrate nel Rivellino e uscita sul lato della chiesa di San Giorgio, una visita completa di questa parte difensiva della città».

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