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Mascherine a 50 centesimi di euro, appelli al Governo ed a Federfarma

Sono introvabili. L'associazione dei farmacisti veronese chiede un intervento del Governo perché le giacenze sono a rischio esaurimento. Mentre l'Anas chiede proprio ai farmacisti un gesto di generosità

Un appello di Federfarma ed un appello a Federfarma, ma l'argomento è lo stesso: le mascherine a 50 centesimi. Quando il premier Giuseppe Conte presentò il decreto sulla cosiddetta Fase 2, annunciò anche il calmieramento dei prezzi delle mascherine chirurgiche, in modo tale che potessero essere vendute a 50 centesimi di euro, un prezzo alla portata di tutti i cittadini che sono costretti ad indossarle quando escono di casa. 

Il problema è che le mascherine a 50 centesimi non si sono mai viste. Al massimo si trovano a 61 centesimi, che sarebbero 50 centesimi più l'Iva che il Governo non ha tolto. Governo che, una settimana fa, ha stretto un accordo con cinque aziende per fornire mascherine a prezzo calmierato, ma le consegne di questi dispositivi vengono razionate e così anche le farmacie veronesi sono state costrette a razionarle. Questo lo scenario descritto da Federfarma Verona, la quale si è appellata al Governo per accelerare la consegna di mascherine chirurgiche onde evitare che le giacenze nelle farmacie si esauriscano. «In questi frenetici giorni siamo stati in stretto contatto e ci siamo confrontati a lungo con la distribuzione intermedia che è in attesa essa stessa di ricevere le mascherine - ha spiegato Elena Vecchioni, presidente di Federfarma Verona - Purtroppo, vista la situazione di carenza generalizzata, siamo convinti che serva un intervento deciso e risolutivo da parte del Governo in merito a certificazione, produzione massiva e successiva distribuzione di questo indispensabile presidio sanitario alle farmacie. Le farmacie veronesi vogliono continuare ad essere, come sempre, al fianco della popolazione per soddisfare, in qualità di principale front office sanitario di questi dispositivi, la legittima richiesta di tutela della salute da parte del cittadino».

Ma oltre all'appello di Federfarma al Governo, c'è anche l'appello a Federfarma da parte di Francesco Bitto, portavoce regionale dell'ente del terzo settore Anas (associazione nazionale di azione sociale). Bitto ha scritto una lettera aperta alla presidente di Federfarma Verona Elena Vecchioni, per chiedere un gesto di generosità ai farmacisti. «Lungi da me entrare nel dettaglio di attività come le farmacie, che non hanno mai in questa emergenza visto giorni di chiusura e senza voler far le pulci al bilancio di queste attività - scrive Bitto - Mi risulta difficoltoso credere che se venisse meno il guadagno delle sole mascherine acquistate a più di 50 centesimi, tali attività commerciali potrebbero andare in grave difficoltà, sinceramente mi risulta molto difficile crederlo. Pertanto, dinnanzi a questa emergenza, chiedo se le farmacie possano, con un gesto di cuore, donare le mascherine che hanno acquistato a più di 50 centesimi a coloro che non hanno reddito da due mesi, magari contattando le associazioni di categoria per la distribuzione».

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