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Mal'Aria di città, Veneto fuorilegge. Solo Belluno salva dall'inquinamento

A Verona, aria oltre i limiti di legge per 55 giorni nel 2023 ma il massimo consentito è 35 giorni. Peggio solo a Treviso (63 giorni), Padova e Venezia (62)

Nel 2023, 18 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. Quella con il maggior numero di sforamenti è stata Frosinone con 70 giorni oltre la soglia di polveri sottili. Male però anche il Veneto, con i 63 sforamenti di Treviso, i 62 di Padova e Venezia e i 55 di Rovigo e Verona. Dati che sono stati raccolti e pubblicati nel nuovo report di Legambiente Mal'Aria di città 2024, redatto nell'ambito della Clean Cities Campaign.

Il rapporto dell'associazione ambientalista ha analizzato i livelli delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e di biossido di azoto registrati nel 2023 nei capoluoghi di provincia italiani. In sintesi, 18 città sulle 98 monitorate non hanno rispettato il limite per gli sforamenti di Pm10. Limite che l'attuale normativa ha stabilito in una media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di aria, superabile al massimo per 35 giorni in un anno.
La città con più sforamenti è stata Frosinone (70 giorni oltre il limite), seguita da Torino (66), Treviso e Mantova (63), Padova e Venezia (62). Anche altre tre città venete superano i 50 giorni di sforamento: Rovigo e Verona (55), e Vicenza (53). Nella norma invece la qualità dell'aria di Belluno.
Rispetto agli scorsi anni c'è stato un miglioramento a livello nazionale, visto che le città fuorilegge erano state 29 nel 2022 e 31 nel 2021. I dati dunque evidenziano un miglioramento, tuttavia Legambiente ha evidenziato ritardi rispetto ai valori più stringenti che dovrebbero essere raggiunti nel 2030. Il 69% delle città risulta fuorilegge per il Pm10 se fossero già in vigore i limiti programmati per il 2030, ovvero una media annuale di polveri sottili inferiore ai 20 microgrammi per metro cubo di aria. E le situazioni più critiche si registrano proprio in Veneto, dove Padova, Verona e Vicenza hanno una media annuale di 32 microgrammi per metro cubo, Venezia ha di media 31 microgrammi per metro cubo, Treviso e Rovigo 30 microgrammi per metro cubo. E la situazione è anche peggiore se ci si concentra sulle Pm2,5, mentre servirebbe uno sforzo meno importante per far rientrare nei limiti di legge i valori del biossido di azoto.

«Per ottenere aria pulita, bisogna ripensare subito la mobilità urbana, implementando zone a basse o zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con città a 30 chilometri orari e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell’ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell’elettrificazione di tutti i veicoli - ha commentato Legambiente - Indispensabile agire sinergicamente anche sulle altre fonti di inquinamento, come il riscaldamento domestico e l’agricoltura».

E anche l'associazione nazionale dei Comuni (Anci) ha chiesto al Governo misure specifiche per la riduzione dell'inquinamento. Misure che la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin chiede anche alla Regione Veneto. «Chi sostiene che se bloccassimo tutte le auto non cambierebbe niente - ha detto Baldin - non sa cosa dice. Occorre investire nei mezzi pubblici, anziché tagliarli, e ridurre fortemente l’utilizzo dell’automobile privata in città, che peraltro è fonte di stress per gli stessi conducenti. Non è solo più salutare, ma è anche più bello vivere la propria città a piedi, in bicicletta o adoperando i mezzi pubblici».

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