rotate-mobile
Attualità Arcole / Via Rosario

Carenza di infermieri nella casa di riposo di Arcole. «La struttura va commissariata»

Antonio De Pasquale, segretario Fp Cgil Verona: «Situazione insostenibile, umiliante, degradante. Perfino il comitato dei parenti viene preso a male parole»

Continua la carenza di personale sanitario alla casa di riposo di Arcole, gestita da Opere Riunite Don Luigi Rossi. Il problema era stato più volte denunciato dalla Fp Cgil di Verona, che con il suo segretario Antonio De Pasquale ora chiede il commissariamento della struttura.

«Nell’ultimo mese hanno fatto le valigie altri quattro infermieri, portando così le forze in servizio da nove a cinque, a fronte di una pianta organica teorica di tredici unità infermieristiche - ha spiegato De Pasquale - Non gente di primo pelo, ma professionisti con oltre 20 anni di stimato servizio hanno detto basta ad un sistema di gestione del tutto autoreferenziale e incapace di intrattenere qualsiasi relazione positiva sia con il sindacato che con il comitato dei parenti. E che, consapevolmente e sprezzante dei rischi indotti su lavoratori ed ospiti, continua a raschiare il fondo del barile».

Il sindacalista ha descritto una situazione in cui spesso un solo infermiere o una sola infermiera ha dovuto assistere più di 100 ospiti, la maggior parte dei quali non autosufficienti. «Questo significa l'impossibilità di somministrare le terapie secondo le prescrizioni mediche; di monitorare i parametri degli ospiti; di rispondere alle urgenze o di aggiornare i parenti degli ospiti - ha commentato De Pasquale - In una parola: è diventato impossibile lavorare. E di notte la situazione è ancora peggiore, dal momento che non è previsto alcun infermiere, ma soltanto la presenza di operatori socio sanitari. I quali, non potendo somministrare farmaci e terapie, si vedono costretti a chiamare il 118 per qualsiasi malessere accusato dagli ospiti».
La stima è che ormai quasi ogni notte una parte considerevole del personale del pronto soccorso dell'ospedale di San Bonifacio sia costantemente mobilitata da chiamate che provengono dalla casa di riposo. «Lascia inoltre esterrefatti che qualcuno possa pensare che degli oss possano interagire con cognizione di causa con il personale sanitario del pronto soccorso, specie quando la consulenza avviene per via telefonica - ha specificato il segretario di Fp Cgil Verona - L’accesso alle cartelle cliniche degli ospiti è proibito a chiunque non sia medico o infermiere, e in casa di riposo ci sono già delle contestazioni ufficiali su come tale materiale viene conservato».

E la carenza non riguarda solo gli infermieri. Anche gli oss, che sono circa una quarantina ed in parte forniti da una cooperativa, risultano insufficienti. E i due medici non riescono a fornire più di un paio d’ore al giorno di servizio. «Abbiamo lanciato appelli in tutte le lingue - ha concluso De Pasquale - Di questa situazione insostenibile, umiliante, degradante, dove perfino il comitato dei parenti viene preso a male parole, sono al corrente tutti: Ulss, Ordine degli infermieri e perfino i carabinieri. L'Ulss 9 ci aveva invitato ad un "confronto costruttivo", che tuttavia ha portato all'ennesimo vicolo cieco. Ci sono montagne di verbali e denunce che dovrebbero far scattare una scintilla di buon senso e suggerire di mettere le mani in questa piaga del sistema socio-assistenziale veronese. Ora però le chiacchiere stanno a zero: serve un taglio netto con questa gestione fallimentare ed ormai irriformabile. La struttura va commissariata».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Carenza di infermieri nella casa di riposo di Arcole. «La struttura va commissariata»

VeronaSera è in caricamento