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Attualità Villafranca di Verona / Via Ospedale Marcello Magalini

«Magalini non torni ad essere Covid Hospital, i pazienti siano meglio distribuiti»

Il comitato per la difesa dell'ospedale di Villafranca: «Se i pazienti Covid fossero equamente distribuiti, si dovrebbe avere una ripartizione del 39% al pubblico e del 61% al privato. Ma in realtà il 70% circa è ricoverato nel pubblico e il 30% nel privato»

In alcune province del Veneto sono tornati. Un ritorno non gradito e che potrebbe avverarsi anche nel Veronese.
Con l'aumento dei ricoveri di pazienti positivi al coronavirus, la Regione Veneto ha dovuto riattivare i Covid Hospital e lo ha fatto trasformando degli ospedali già esistenti in strutture principalmente dedicate alla cura di pazienti Covid. Queste strutture erano state identificate e riconvertite nelle prime ondate della pandemia. Superate, però, queste ondate acute, gli ospedali Covid erano tornati ad essere ospedali normali, continuando comunque ad offrire cure a pazienti Covid e non Covid.
Si sperava di non dover più avere necessità di Covid Hospital, ma purtroppo in questa ondata alcune di queste strutture sono state riattivate. Ed anche il Magalini di Villafranca ora corre il rischio di tornare ad essere ospedale Covid per la provincia di Verona. Per evitarlo, il Comitato per la difesa del Magalini aveva già organizzato una manifestazione. Ed oggi, 10 gennaio, quel comitato interviene di nuovo, chiedendo una più equa distribuzione dei pazienti Covid.

«Nel territorio dell'Ulss 9 Scaligera abbiamo 887 posti letto in strutture pubbliche (a fronte dei 1.072 dell'1 gennaio 2020: 185 posti in meno) e abbiamo 1.382 posti letto in strutture private (a fronte dei 1.228 dell'1 gennaio 2020: 154 posti in più) - scrive il Comitato per la difesa del Magalini - Si nota una tendenza al calo dei posti letto in generale, in particolare nel pubblico a favore del privato. All'1 gennaio 2021 la proporzione è di circa 39% di posti letto nel pubblico e circa 61% nel privato. Se i pazienti Covid fossero equamente distribuiti, si dovrebbe avere una ripartizione del 39% al pubblico e del 61% al privato. Ma la distribuzione dei pazienti Covid non rispecchia tale proporzione, perché il 70% circa è ricoverato nel pubblico e circa il 30% nel privato. Se ci fosse stata una equa distribuzione dei pazienti Covid, dunque, il Magalini non sarebbe prossimo a diventare un Covid Hospital. Inoltre, un servizio d'eccellenza quale dovrebbe essere un ospedale Covid come può avere medici della terapia Intensiva assunti da cooperativa? E in più manca un infettivologo a tempo pieno, la pneumologia è notevolmente ridotta e ci vorrebbe un numero maggiore di personale. Certo, siamo in emergenza, ma tale emergenza dovrebbe valere per tutto il personale dell'Ulss 9 Scaligera e per tutta la provincia».

E uno sforzo maggiore agli ospedali privati del Veronese lo aveva richiesto anche la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, la quale ha ribadito il concetto dopo l'intervento del comitato per l'ospedale di Villafranca: «In provincia di Verona appena un paziente Covid su cinque si trova nelle strutture private, percentuale inferiore rispetto al resto del Veneto. Nonostante ciò si chiede un ulteriore sacrificio al pubblico. Se ci fosse una ripartizione equa dei posti letto, l'emergenza probabilmente apparirebbe meno grave».

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