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Covid, sovraccarico di lavoro negli ospedali. Bigon: «Si chieda di più ai privati»

La consigliera regionale del PD: «Tutti devono dare il proprio contributo e un'assunzione di responsabilità da parte degli ospedali privati non è più rinviabile. La Regione stringa accordi con la massima urgenza»

Il rapporto tra il numero di contagiati dal coronavirus e il numero dei ricoverati in ospedale per Covid-19 è nettamente più basso rispetto all'anno scorso, ma l'alto numero di casi positivi rende comunque più stressante il lavoro del personale sanitario.
Negli ospedali veronesi, diversi posti letto sono stati riconvertiti in "letti Covid" e l'attività operatoria programmata è stata ridotta. La pressione dei malati, però, si fa sentire soprattutto nei pronto soccorso. A Legnago, il pronto soccorso del Mater Salutis ha già una quantità ridotta di personale rispetto allo standard previsto ed i medici hanno dovuto fronteggiare giornate con molti accessi di pazienti Covid e non Covid. Pazienti che in alcuni casi hanno dovuto aspettare per ore in letti allestiti anche nei corridoi del reparto.

E per superare questi disagi, la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon chiede che gli ospedali privati presenti nel Veronese (il Pederzoli di Peschiera e il Sacro Cuore Don Calabria di Negrar) mettano a disposizione più posti letto per i pazienti Covid. «Gli ospedali di Legnago e Villafranca sono allo stremo ed hanno già fatto il massimo - ha detto Bigon - Non ci si ammala solo di Covid e questa è una battaglia che riguarda tutti. Tutti devono dare il proprio contributo e un'assunzione di responsabilità da parte dei privati non è più rinviabile. La Regione stringa accordi con la massima urgenza. Il Magalini, dove non c'è un reparto di malattie infettive e non ci sono pneumologi a sufficienza, per oltre un anno è stato Ospedale Covid, penalizzando un ampio bacino di utenza. E adesso è in difficoltà con tutta una serie di attività perché nel frattempo molti professionisti hanno abbandonato. Al Mater Salutis è stato deciso di allargare l’area Covid, superando anche il tetto massimo di posti letto previsto dal piano regionale ma creando problemi al pronto soccorso. Non si può chiedere sacrifici sempre agli stessi, così è impossibile andare avanti. Medici e operatori sanitari sono esseri umani e sono stanchi di dover fare gli eroi con turni massacranti, fisicamente e psicologicamente».

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